‘Ndrangheta Milano-Reggio Calabria: Dda spezza la ragnatela tra politica, magistratura e clan Lampada

Ilda Boccassini

 

 

‘NDRANGHETA MILANO-REGGIO CALABRIA – La Dda di Milano ieri ha messo a segno un duro contro la ‘ndrangheta, quella dal volto pulito, che non uccide, ma che gestisce le casse dei clan e dirotta appalti e fiumi di denaro tra Calabria e Lombardia. Tra i nove arrestati anche un giudice, un politico e un avvocato, mentre l’appartamento di un altro magistrato è stato perquisito. Al centro delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini c’è il clan Valle-Lampada, già decimato dell’ala militare nel luglio dello scorso anno. Ieri, invece, sono stati tratti in arresto Giulio Lampada, definito artefice principale di ogni operazione illecita, e suo fratello Francesco, entrambi gestori di bar e locali; il presidente delle misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giuseppe Giglio, il cugino medico Vincenzo, il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli (Pdl), l’avvocato Vincenzo Minasi, il maresciallo delle Fiamme Gialle Luigi Mongelli e Raffaele Fermino. Inoltre il gip di Palmi, Giancarlo Giusti, ha subito una perquisizione domiciliare poichè indagato per corruzione in atti giudiziari: secondo l’accusa avrebbe usufruito di diversi soggiorni gratuiti in un lussuoso hotel milanese con tanto di prestazioni sessuali con prostitute. Arresti domiciliari invece per Maria Valle, moglie di Francesco Lampada, indagata per corruzione. Per loro l’accusa è di associazione mafiosa, corruzione, concorso esterno, rivelazione del segreto d’ufficio e intestazione fittizia di beni.

Secondo il gip Giuseppe Gennari all’interno di questa cupola malavitosa ognuna traeva grandi benefici: il giudice Giglio trova lavoro per la moglie, il magistrato Giusti gudagna viaggi e meretrici, Morelli il sostegno politico e affari in comune con il clan lampada, questi a sua volta ottiene informazioni riservate sulle indagini loro riguardanti e l’allargamento delle loro conoscenze ‘importanti’. Una “zona grigia – afferma il gip milanese -che poi gli associati sfruttano per assumere notizie riservate, per ottenere favori nelle aste immobiliari, per allargare le proprie relazioni istituzionali e la capacità di penetrazione nel tessuto economico e istituzionale”. E pensare che il giudice Vincenzo Giglio nella sua lunga carriera ha sequestrato oltre un miliardo di euro alle cosche della ‘ndrangheta ed è stato protagonista di moltissimi convegni ed eventi antimafia…

 

Luigi Ciamburro