ALAN SORRENTI INTERVISTA ESCLUSIVA – Caro Alan, lieti di ospitarla su Direttanews. Nel 1977 pubblica l’album ‘Figli delle Stelle’ con all’interno l’omonimo brano, canzone che ha ottenuto un grandissimo successo e il cui titolo ha ispirato molti registi per i propri film. Come si spiega un simile successo?
Non c’è sempre una spiegazione razionale quando succedono cose o almeno non c’è mai solo una spiegazione. Recentemente c’è stato un evento al Planetarium di Roma e Milano dove il presidente dei Planetari europei spiegava che la composizione essenziale delle stelle – idrogeno e elio – è la stessa di cui siamo fatti noi e questo spiegherebbe in parte il perché siamo attratti da esse. Tra l’altro l’evento si concludeva appunto con “Figli delle Stelle” che presto sarà eseguita in un tour teatrale con scenografia stellare promossa dalla Sony per i Planetari d’Europa. Confesso che non conoscevo allora la spiegazione scientifica quando ho scritto il testo ma quella sera di tanti anni fa il cielo era ricchissimo di stelle e ho sperimentato questa irresistibile attrazione. Il resto lo ha fatto la musica composta da me e prodotta a Los Angeles da Jay Graydon esponente massimo del L.A. Sound, uno stile che caratterizzava la musica di Al Jearreau, Eartg Wind & Fire e molti altri… Pertanto la forza e la freschezza di un prodotto nuovo ha avuto un impatto immediato in Italia dove si era molto attenti e sensibili a ciò che veniva dall’altro emisfero. E a proposito di film, più o meno in quell’anno usciva “Star Wars”! Io ero lì in prima fila al Chinese Theatre a Hollywood Blv, seduto per terra in una sala strapiena ad assistere come tanti altri alla prima di un evento cinematografico storico.
Nella sua carriera ha sperimentato vari generi musicali: gli esordi sono stati caratterizzati da un rock progressivo, passando a dei ritmi più melodici per poi arrivare alla dance. Con quale genere si esprime meglio?
Non c’è un genere che mi piace di più ed oggi la musica che scrivo è un “crossover” di stili diversi, classico, elettronico, pop, rock, soul & funk.
Quale tipo di musica le piace ascoltare?
Vado a momenti e a stati d’animo navigando tra gli stili a cui accennavo sopra.
C’è una o più canzoni del suo repertorio (anche una meno conosciuta) alle quali è maggiormente legato o a cui è legato un ricordo o un aneddoto particolare?
“Un fiume tranquillo” dal mio primo album progressive “Aria”, “Incrociando il sole” e “Un viso d’inverno”dal mio terzo album “Alan Sorrenti”. Il brano “Sottacqua” nella versione che esiste solo come cd single prodotto insieme a Planet Funk e che ha dato il nome appunto al mio più recente cd album inedito “Sottacqua” anno 2003 è forse una delle tracce più belle che ho realizzato. Ma forse la canzone che ha destato più scalpore e scandalo tra i tradizionalisti della canzone napoletana è stata la mia interpretazione di un classico partenopeo “Dicitencello Vuje” che provocò l’indignazione di personaggi come Nino Taranto e il tenore Mario del Monaco. Eravamo alla metà degli anni ’70 e la mia non era certo una cover ma piuttosto la melodia napoletana vista in chiave rock-psichedelica. La mia “Dicitencello Vuje” entrò in classifica tra le prime dieci canzoni più ascoltate in Italia e da allora la mia vita cambiò… il resto è storia.
C’è qualche artista che apprezza particolarmente o con cui le piacerebbe collaborare?
Non qualcuno in particolare ma forse provare a rieseguire la mia suite “Aria” con un arrangiamento d’archi scritto e diretto da Micheal Nyman(colonna sonora del film ”The Piano”)e magari insieme alla PFM (Premiata Forneria Marconi di Franz di Cioccio) una delle band progressive più creative.
Le piacerebbe dedicarsi (o se lo ha già fatto ci piacerebbe sapere quale) a qualche altra forma artistica?
Mi piacerebbe scrivere un libro di cui ho già da tempo l’idea, cimentarmi in un musical di mia composizione e realizzare un film…. Mica poco! Ma credo ancora nell’impossibile.
Ha avuto modo di vedere il film “Figli delle stelle”, uscito proprio lo scorso anno in questi giorni nella sale cinematografiche? Che impressione ne ha tratto?
Ho faticato all’inizio ad entrare nel film e riconoscere nei protagonisti i “Figli delle Stelle” della mia canzone ma dopo il primo quarto d’ora la storia mi ha succhiato dentro ed ho ritrovato i miei Figli delle Stelle in quei personaggi sognatori folli ingenui e superstiti eroi di un’avventura di vita ai limiti del reale e pur sempre nel sistema. Uno dei migliori film italiani degli ultimi anni con regia e montaggio veloci, all’americana, unica critica troppe parole pesanti,in breve parolacce a raffica, senza pausa.
Il suo ultimo album, “Radici”, ha conseguito un buon successo di critica e pubblico ed è stato registrato nella sua amata Londra. Soddisfatto del risultato ottenuto?
“Radici” non è l’ultimo album, è stato registrato nel ’92 a Londra e poi tirato fuori di nuovo in occasione del film. A parte le due tracce inedite – “Esisti tu“ e “Vola”– le altre costituiscono le tappe principali della mia musica fino ad allora tra cui le più popolari, ma rieseguite diciamo con un altro spirito ed altre sonorità, calde e analogiche, con un’ottima band inglese nello studio londinese di Phil Manzanera ex chitarrista dei Roxy Music, e poi mixato al Metropolis famoso per essere stato lo studio preferito dei Queen di Fred Mercury. Nella riedizione del 2010 ho aggiunto al titolo “Radici” il sottotitolo di “London Version” appunto per distinguere queste nuove versioni dagli originali.
Attualmente ha qualche progetto sul quale sta lavorando?
Questo è il mio numero preferito forse perché sono nato il 9 Dicembre. Farò uscire nel 2012 un nuovo cd/dvd album a cui sto lavorando intensamente e che per me è diventato una sfida perché sto cercando di unire le diverse facce, i diversi stile con i quali mi sono espresso in uno solo e dove la mia voce, umana e a volte no, è il filo che lega tutto. Alcuni short movie saranno inclusi come bonus track e i contenuti… beh per quelli bisognerà che aspettiate l’uscita del nuovo Alan Sorrenti 2012!
Alessandra Grella