Al broadcaster NRK, Thor Kvakkestad (specialista in psichiatria ed ex responsabile dell’ospedale psichiatrico di Dikemark, nella capitale) ha detto che secondo la sua esperienza già dopo sette anni Breivik potrebbe avere l’autorizzazione ad abitare in una residenza privata, con l’obbligo di recarsi di tanto in tanto in ospedale per essere monitorato. Di sicuro, ha detto il medico, Breivik non resterà confinato in una clinica per il tutta la sua vita. Del resto, ricorda Kvakkestad, “un paziente che coopera, che ha una reazione positiva ai farmaci e che è relativamente privo di sintomi ha il diritto di tentare una nuova vita nella società. Obiettivo della psichiatria non è punire ma guarire il paziente e fare in modo che sia in grado di tornare in mezzo alla gente”.
Intanto in Norvegia continuano le polemiche sulla perizia psichiatrica firmata da Torgeir Husby e Synne Sørheim. I quotidiani chiedono che i due psichiatri forniscano più informazioni rispetto a quelle poche rese pubbliche nel corso della conferenza stampa di qualche giorno fa. Le convinzioni dell’opinione pubblica invece restano le stesse: Breivik dovrebbe restare a vita in prigione, anziché essere sottoposto a un trattamento medico.
Antonio Scafati