CASO BNL-UNIPOL – Oggi, al Tribunale di Milano si doveva decidere in merito al rinvio a giudizio dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il caso Bnl-Unipol, ma l’udienza preliminare è stata rinviata al 30 gennaio dal gup Maria Grazia Domanico.
Berlusconi è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio in merito alla pubblicazione sul quotidiano “Il Giornale” della telefonata intercettata, e non ancora trascritta e depositata, in cui Piero Fassino diceva a Giovanni Consorte all’epoca della scalata di Unipol alla Bnl: “Allora abbiamo una banca?”.
Il rinvio dell’udienza è stato disposto per consentire al Pm e alla difesa dell’ex premier di replicare agli interventi svolti dalle parti. Il Pm Maurizio Romanelli ha però insistito per il rinvio a giudizio di Berlusconi.
I legali dell’ex premier hanno sollevato una questione di competenza territoriale, che secondo loro sarebbe di competenza del Tribunale di Monza, e una questione costituzionale legata all’omesso deposito dell’avviso di chiusura indagini relativo all’imputazione coatta formulata dal primo gup del caso nei confronti di Berlusconi. La difesa ha poi prodotto una recente sentenza della Corte di Strasburgo, secondo cui anche un segreto di giustizia non può prevalere sul dovere-diritto della stampa di informare per interesse pubblico.
Il fratello ell’ex premier, Paolo Berlusconi, editore de “Il Giornale”, sarà processato a gennaio per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, ricettazione e millantato credito. Per la stessa vicenda è indagato Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano all’epoca della pubblicazione dell’intercettazione, ma i fatti a lui contestati stanno per cadere in prescrizione.
Gli avvocati di Silvio Berlusconi hanno chiesto il non luogo a procedere per il loro assistito.
Redazione