7 dicembre 1941: la marina giapponese sferra l’attacco alla base Usa di Pearl Harbor

7 DICEMBRE 1941: ATTACCO GIAPPONESE A PEARL HARBOR – Quando, il 7 dicembre del 1941, la marina giapponese sferra l’offensiva contro la base americana di Pearl Harbor, le truppe statunitensi si trovano di stanza alle Hawaii da poco più di un anno. A disporre il trasferimento della neonata Flotta del Pacifico degli Usa era stato il presidente Franklin Delano Roosevelt, che aveva deciso di mettere in atto una contromossa per rispondere alle mire espansionistiche del Giappone in direzione dell’Indocina e alla sottoscrizione, da parte del governo di Tokio, del Patto Tripartito con l’Italia e la Germania nel quadro della Seconda Guerra Mondiale.

Il 1941 è un anno decisivo per il conflitto, visto che le truppe tedesche prima procedono all’invasione dei Balcani e poi avviano l’operazione Barbarossa contro l’Urss. Ed è proprio nei giorni in cui le truppe sovietiche stanno procedendo alla controffensiva nei confronti delle truppe di Hitler che in Estremo Oriente si verifica uno degli episodi principali dell’intera guerra. La mattina del 7 dicembre più di 180 aerei giapponesi sorvolano la base di Pearl Harbor e iniziano la prima fase del bombardamento. Al primo raid ne segue poi un altro, per un totale di 350 velivoli impiegati nell’operazione.
L’attacco provoca danni enormi alla marina americana: sette tra corazzate e cacciatorpediniere vengono affondati, quasi 190 aerei vengono distrutti e più di 2.300 militari perdono la vita.

L’attacco a Pearl Harbor era, ovviamente, pianificato da mesi e la sua attuazione viene permessa, tra le altre cose, dal fallimento dei negoziati tra il governo di Tokio e quello di Washington in merito alla possibile risoluzione delle controversie relative alla questione indocinese e alla conseguente revoca dell’embargo imposto dagli Usa al Giappone.

L’effetto immediato dell’azione è la definitiva discesa in campo degli Usa, che fino a quel momento non erano entrati nel conflitto, e la dichiarazione di guerra al Giappone. Il raid, pertanto, porta sì alla distruzione di una parte consistente delle corazzate americane, tuttavia porta anche all’intervento di Washington nel conflitto, cosa che risulterà decisiva nela conclusione della guerra a favore degli Alleati.

Tatiana Della Carità