Crisi Eurozona: la congiura degli speculatori dietro la minaccia di Standard & Poor’s

 

CRISI EUROZONA – Dietro la minaccia dell’agenzia america di rating Standard & Poor’s potrebbe celarsi una congiura contro l’Eurozona e che prende piede dagli Stati Uniti, dove c’è chi specula e guadagna sulla crisi del Vecchio Continente. Ad alimentare i sospetti di un complotto è il fatto che la minaccia giunga a pochissimi giorni dal vertice Ue, uno dei più importanti della sua storia, dove i leader europei dovranno trovare un accordo definitivo per allontanare la recessione che rischia di contagiare altri Paesi. La mossa dell’agenzia statunitense non è piaciuta al presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker che la definisce una decisione politica: “Ciò che sta dicendo Standard & Poor’s è un’esagerazione. È un fulmine a ciel sereno che arriva alla vigilia di un vertice importante e che non può essere una coincidenza”, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel afferma che l’Europa non si lascerà intimidire da un’agenzia di rating e che proseguirà per la strada intrapresa.

Dagli Usa non giungono reazioni particolari alla minaccia di S&P e un portavoce della Casa Bianca dichiara che la cosa importante è che l’Europa “compia ulteriori passi” per mettere un freno alla crisi, anche perchè un collasso europeo influirebbe negativamente anche sull’economia americana e non solo. Per questo motivo il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, in questi giorni è sbarcato in Germania per incontrare i leader dell’Ue, il nuovo premier italiano Mario Monti e il presidente della Bce Mario Draghi. Il segretario da Berlino ha lanciato un messaggio incoraggiante: “Siamo incoraggiati dai segnali che arrivano da quanto è stato fatto nelle ultime due settimane in Europa”, citando le riforme messe a segno da Grecia e Italia e sottolineando il difficile momento finanziario mondiale: “Sono qui per sottolineare fino a che punto sia importante per l’economia americana e mondiale che la Germania e la Francia riescano a costruire un’Europa più forte”.

 

Luigi Ciamburro