CRISI SIRIANA – Il regime di Bashar al-Assad continua a mietere vittime in Siria e nella sola giornata di ieri almeno 31 persone sono state uccise in varie zone del Paese, che vanno ad aggiungersi agli oltre 4mila morti degli ultimi nove mesi. Ma il regime respinge ogni accusa di mattanza e dichiara che le forze che hanno agito contro i manifestanti non appartengono al governo di Damasco e che i soldati lealisti combattono soltanto contro i gruppi di terroristi, molti dei quali stanno giungendo da oltreconfine. La Lega Araba ha proposto un vertice d’emergenza dei ministri degli Esteri arabi al fine di far accettare gli osservatori internazionali in territorio siriano, ma per ora ancora non è stata fissata una data per la riunione straordinaria. Per accettare questa soluzione il regime di Assad ha chiesto la fine delle sanzioni economiche e di firmare l’accordo in Siria.
Intanto la Casa Bianca ha deciso di far tornare a Damasco l’ambasciatore americano Robert Ford, da dove era stato richiamato il 22 ottobre scorso in seguito all’inasprirsi degli scontri. Stessa decisione per l’ambasciatore francese che aveva seguito la decisione del collega statunitense. Ma non è solo la crisi politica e sociale ad allarmare il popolo siriano: la moneta locale (la lira) sta subendo una vertiginosa svalutazione e rialzarsi dalla recessione economica sarà davvero un’impresa ardua.
Luigi Ciamburro