Il Parlamento cestina i tagli ai costi della politica previsti dalla manovra economica

Palazzo Montecitorio

MANOVRA: PARLAMENTO BOCCIA TAGLI A COSTI POLITICA – Per realizzare la tanto sospirata manovra, definita ‘salva Italia’, Mario Monti e i suoi hanno dovuto faticare parecchio. Anche volendo mettere da parte il dettagli, si fa per dire, dei tempi strettissimi, che comunque non è cosa da poco, gli ostacoli principali al nuovo governo sono arrivati, paradossalmente, dai partiti stessi che ne hanno permesso la costituzione. Il fatto che l’esecutivo, per quanto tecnico, abbia pur sempre bisogno dei voti dei gruppi politici per andare avanti lo rende automaticamente soggetto al ricatto da parte dei partiti stessi. Che, manco a dirlo, non si fanno scappare l’occasione di approfittarsene. Anche perché i leader dei partiti due conti se li sono fatti e hanno capito che un’occasione così difficilmente ricapiterà: il lavoro sporco – misure impopolari, nuove tasse e affini – lo stanno facendo il professore e i suoi ministri, che ci stanno mettendo la faccia per salvare quella del mondo politico. Il fatto che il destino del governo sia nelle mani dei partiti ha portato l’esecutivo ad elaborare una manovra che va a penalizzare principalmente la fascia medio bassa della popolazione, lasciando pressoché intatti i soliti, vecchi privilegi.

Uno dei pochi aspetti del testo riguardanti la cosiddetta casta è quello che prevede i tagli delle indennità dei parlamentari, attraverso il quale il governo voleva spingere il mondo politico a fare la sua parte. Ma a quanto pare di tagli ai costi della politica non se ne parla, almeno per ora: la sezione della manovra che riguarda la decurtazione, l’articolo 23, verrà modificata attraverso un emendamento elaborato dalla commissione Affari costituzionali di Montecitorio e i tagli verranno rinviati a data da destinarsi.

Toglietegli tutto, ma non l’indennità.

Tatiana Della Carità