
MILANO: CELEBRAZIONI STRAGE PIZZA FONTANA – 12 dicembre 1969, ore 16.37. La filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura situata in piazza Fontana, a Milano, viene scossa da un boato: una bomba esplode nell’edificio, causando la morte di 17 persone. Altre 80 restano ferite. Sono trascorsi 42 anni dalla strage che è unanimemente considerata come l’episodio che ha dato il via alla drammatica stagione degli anni di piombo e sulle responsabilità dell’accaduto aleggia ancora una nebbia più fitta di quella che si forma sui navigli nelle sere d’autunno. Le indagini si sono snodate tra presunti depistaggi, silenzi omertosi e rivelazioni fatte a mezza bocca e, dopo aver preso in considerazione la pista anarchica, gli inquirenti si sono concentrati sull’ipotesi neofascista, chiamando in causa i componenti di Ordine Nuovo. Ma neanche il processo agli ex membri dell’organizzazione nera ha portato ad un risultato, visto che i neofascisti Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi sono stati assolti.
Oggi Milano ha celebrato l’anniversario dell’attentato e per l’occasione il sindaco Giuliano Pisapia ha parlato ai cittadini riunitisi in piazza Fontana per ricordare il tragico episodio. “Quel giorno abbiamo perso l’innocenza, è stato il nostro 11 settembre”, ha dichiarato il primo cittadino. Pisapia ha poi fatto riferimento alle accuse ingiustamente rivolte a Pietro Valpreda, l’anarchico che in un primo momento è stato ritenuto responsabile dell’accaduto, parlando di accuse rivolte “a un uomo innocente” e di “falsità di una delle pagine più nere della nostra storia”. “Siamo qui – ha concluso – perché nessuno dimentichi”.
E se l’intervento del sindaco è stato apprezzato, lo stesso non si può dire della presenza del presidente della Provincia Guido Podestà. L’esponente del Pdl è stato infatti rumorosamente contestato da alcune decine di ragazzi di un centro sociale, che lo hanno fischiato. “Fascista – gli hanno gridato – te ne devi andare”. E in effetti Podestà è rimasto in piazza solo pochi minuti, andandosene poi tra le grida.
T.D.C.