MANOVRA ECONOMICA – Dopo il primo giorno di mobilitazione generale da parte dei sindacati, cui seguiranno altre numerose proteste, Mario Monti erge un muro difensivo contro il suo decreto e, ancora una volta, rimarca l’urgenza della situazione e delle scelte, lasciando invariati i saldi e la natura strtturale di una manovra che si ripercuoterà gravemente su tanti italiani, specie delle fasce sociali medie e basse. Il Professore entro la prossima settimana dovrà sistemare dieci miliardi in titoli di Stato e dovrà farlo a tassi sostenibili per le finanze pubbliche. Quest’oggi in Commissione Bilancio alla Camera il premier cercherà di apportare piccole quanto impercettibili modifiche al sistema pensionistico, con una maggior richiesta di sacrifici per le pensioni più alte in modo da consentire un alleggerimento del congelamento di quelle più basse, mentre sull’Ici prima casa Monti sembra intenzionato a non concedere nulla alle pretese del Pdl.
Lo spread si attesta ancora su livelli preoccupanti e il vertice di Bruxelles della scorsa settimana non ha difeso l’Italia dagli attacchi speculativi, motivo per cui il Professore non vuole cedere di un millimetro alle richieste di partiti e parti sociali, come confermato anche al premier canadese Stephen Harper in una telefonata: “L’Italia conferma la forte determinazione ad attuare le misure decise per assicurare il consolidamento fiscale ed avviare riforme strutturali… per far ripartire la crescita in un contesto di equità sociale”. A sostegno del Professore interviene il presidente del Senato Renato Schifani: “La manovra severa è indispensabile, richiede a tutti noi sacrifici non indifferenti. Deve essere accompagnata da un clima di coesione e di consapevolezza”. Ma l’unica coesione finora più evidente la ritrovata coesione tra le principali sigle sindacali.
Luigi Ciamburro