Manovra finanziaria, i sindacati promettono battaglia. Bonanni: “Non daremo tregua al Governo”

 

MANOVRA FINANZIARIA – Il mondo sindacale finalmente torna alla coesione dopo anni di contrasti e divisioni. Ci voleva una manovra economica lacrime e sangue per ricompattare il fronte delle proteste, pacifiche e costruttive, e ieri sul palco montato in piazza Montecitorio si sono alternati i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per ribadire ancora una volta e a gran voce il no alla manovra Monti che penalizza le classi meno abbienti e l’Italia intera. Il primo a parlare alla piazza doveva essere Luigi Angeletti, ma per problemi influenzali ha lasciato la parola al segretario Domenico Proietti: “La manovra contraddice le stesse parole d’ordine del governo: crescita ed equità – ha detto il portavoce di Angeletti -. L’intervento fiscale è solo a favore delle imprese e per lavoratori e pensionati non c’è niente”. E la Uil propone anche una ricetta per la manovra Monti, con la richiesta di sgravi fiscali su tasse, lavoratori e pensionati in modo da rilanciare i consumi, oltre che una maggior attenzione all’evasione fiscale e tagli ai costi della politica.

Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni promette un’opposizione dura e duratura, “Non daremo tregua al Governo – ha affermato – fino all’ultimo e anche dopo. Abbiamo parlato di come organizzarci” e i sindacati torneranno a protestare sotto i palazzi del potere, perchè il provvedimento “colpisce come mai prima pensionati e lavoratori” e istiga a protestare. “Ci siamo sentiti ripetere – ha detto Bonanni – che c’è una crisi incredibile e che la manovra deve essere rigorosa. Siamo d’accordo ma deve essere anche equa. E noi di equità non ne troviamo in questo provvedimento”.

Infine sale sul palco la leader della Cgil Susanna Camusso che spiega i motivi della mobilitazione generale ed elargisce parole battagliere: “Non rinunceremo mai all’idea che la manovra vada cambiata… Vediamo solo il rigore, e solo a carico dei redditi più bassi”, con il rischio di far sprofondare la nazione ancor più verso la recessione. “Nessun esecutivo può pretendere di passare senza consenso. La presenza dei tecnici non comporta la fine delle procedure democratiche, per questo il governo non può fissare unilateralmente, come ha fatto, i temi del confronto con le parti sociali”.

Nella giornata di ieri migliaia di cittadini hanno manifestato in tutte le regioni e i presidi continueranno per tutto il tempo della discussione parlamentare della manovra: quest’oggi si replica a Roma, in piazza della Rotonda al Pantheon, dove Raffaele Bonanni riprenderà la parola. Il 16 sciopererà il settore bancario e assicurativo, mentre lunedì 19 sarà la volta dei dipendenti pubblici (8 ore) e delle Poste italiane (3 ore);  dalle 21 di giovedì 15 dicembre alle 21 del giorno seguente si fermeranno gli addetti del trasporto ferroviario. E non finisce qui.

 

Luigi Ciamburro