
IRLANDA ACCOGLIENZA RIFIUGIATI BAMBINI – L’Irish Refugee Council, organizzazione non governativa che si preoccupa di garantire l’accoglienza in Irlanda per i rifugiati, ha oggi presentato un piano che intende favorire l’integrazione per i bambini che soggiornano nel Paese usufruendo del diritto di asilo politico. Il progetto mira a facilitare per i minori in questione l’accesso a servizi come biblioteche e campi sportivi.
Il piano, nominato “Mapping Services for Young People in the Asylum Process”, sarà lanciato dal presidente del Children Rights Alliance, Jillian van Turnhout e consisterà principalmente in una campagna informativa da portare in 11 dei maggiori centri nazionali che provvedono all’accoglienza di rifugiati. Tramite la campagna, i minori verranno a conoscenza dei servizi disponibili localmente e potranno accrescere la propria socialità e la propria formazione.
Secondo la van Turnhout “circa un terzo degli ospitati nei centri nazionali di accoglienza sono sotto i 18 anni. Si tratterebbe quindi di circa 2.000 minorenni che vivono in condizioni di povertà in un ambiente particolare all’interno del quale è molto facile sperimentare l’isolamento e la dissociazione rispetto al resto della comunità locale”. I Direct Provision, così vengono chiamati i centri di accoglienza irlandesi, non sono, a parere della van Turnhout, strutturati adeguatamente per provvedere alla cura di bambini o famiglie e la cosa avrebbe conseguenze negative sulla crescita dei minori.
L’Irish Refugee Council ha inoltre incontrato alcuni operatori ed utenti dei Direct Provision al fine di misurare il livello attuale di interesse per la questione minorile e le effettive difficoltà che i bambini si trovano a dover fronteggiare quotidianamente. Secondo Samantha Arnold, lavoratrice in un centro di accoglienza “l’ostacolo più grosso per i bambini che vogliono frequentare i servizi offerti a livello locale è costituito dalle difficoltà economiche della famiglia. I residenti ricevono un sostegno settimanale che è pari a 19.10 euro per gli adulti e a 9.60 euro per i minori”. Ciò, assieme alla dislocazione dei centri rispetto alle realtà cittadine e alla sostanziale carenza di trasporti, renderebbe quasi impossibile l’accesso degli utenti dei Direct Provision a qualsiasi tipo di club o di attività doposcuola.
Nicoletta Mandolini