
CONFINDUSTRIA: ITALIA IN RECESSIONE – E’ la fotografia di un futuro nerissimo, quella scattata dal Centro Studi di Confindustria per il nostro Paese. L‘Italia, come già anticipato, è in recessione, con consumi in pesante calo e un incremento spaventoso della disoccupazione, mentre la pressione fiscale, anche in conseguenza della manovra del governo Monti, è destinata ad impennarsi.
Secondo le stime del Centro Studi di Viale dell’Astronomia, il Prodotto interno lordo italiano crescerà quest’anno dello 0,5%, mentre nel 2012 precipiterà a -1,6%, come già previsto anche da Goldman Sachs. Lo scorso settembre, invece, Confindustria aveva previsto per il 2012 una crescita dello 0,2%. Una crescita, seppur modesta, è invece prevista per il 2013, quando il Pil crescerà dello 0,6%.
Oggi, anche il Ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, ha affermato che l’Italia è in recessione, sottolineando non per colpa nostra, ma per cause esterne.
Secondo le previsioni del Centro Studi di Confindustria, i consumi delle famiglie italiane sono destinati a scendere a causa dello stato di crisi. Per il 2011 Confindustria stima i consumi delle famiglie italiane allo 0,6%, destinati a scendere dell’1% nel 2012 e in lieve risalita nel 2013 allo 0,4%.
Nel frattempo, la pressione fiscale esploderà, fino ad oltrepassare nel 2013 il 54% del Pil. Questo dato si riferisce alla sola pressione fiscale effettiva, cioè che esclude il sommerso.
Ma il dato più allarmante è quello relativo al mondo del lavoro. Per la fine del 2013, Confindustria stima infatti che ci saranno 800.000 persone occupate in meno rispetto all’inizio del 2008. E’ “molto probabile – riporta il Centro Studi – che si attenui il reintegro delle persone in Cig, aumentino i licenziamenti, il tasso di disoccupazione salga più velocemente e raggiunga il 9%” nel 2013. Le unità di lavoro perse arriveranno a 957.000.
Il direttore del Centro Studi di Confindustria, Luca Paolazzi, ha tuttavia sottolineato che le stime elaborate si basano su una “prospettiva ottimistica”, che “si basa sull’idea e la speranza che la crisi dell’area euro venga superata rapidamente, che ciò consenta di bloccare il credit crunch e che rientrino rapidamente le tensioni sui tassi d’interesse a lungo termine, con il rendimento dei Btp sotto il 5% entro la primavera”.
Se dunque dovesse cadere l’euro, lo scenario sarebbe catastrofico.
Redazione