Manovra economica: domani a Montecitorio il voto finale sul testo

Mario Monti

MANOVRA VOTO FIDUCIA – Vera e propria maratona quella di questa notte nell’Aula della Camera dove, a partire dalle ore 21 di ieri sera, i deputati leghisti hanno parlato uno per uno, dinanzi alla presidenza di turno, lamentandosi o comunque andando contro gli emendamenti inclusi nella manovra finanziaria di Monti e squadra. I lavori sono ripresi già stamane intorno alle ore 10 in quanto il Governo deve dare la fiducia al testo da lui stesso varato. A seguire, secondo quanto previsto dal Regolamento tutte le attività saranno sospese per 24 ore, ossia fino a domani mattina quando a Montecitorio si procederà con il voto sulla fiducia. Domani sera infine avverrà il voto finale sul testo della manovra, immediatamente dopo trasmesso al Senato per ulteriore esame. Alla fine il ‘decreto salva-Italia’ giungerà alla conversione definitiva in legge entro Natale 2011.

Con il sopraggiungere del voto a favore della fiducia ma soprattutto della manovra si segnerà definitivamente una nuova maggioranza composta da Pd, Pdl e Terzo Polo e dall’opposizione composta dal solo partito della Lega. Quest’ultima aveva promesso una dura opposizione contro l’esecutivo tecnico Monti e le prom esse le mantiene e come. E così è stato. Ieri il presidente del Senato Renato Schifani è stato costretto a interrompere la seduta a causa della protesta messa in atto dai senatori leghisti, che più volte hanno alzato la voce e i cartelli contro il professor Monti durante l’illustrazione dell’ultimo vertice europeo. Ad alzare il polverone ha iniziato Angela Maraventano, la quale ha interrotto il discorso del premier urlando: “Parla piuttosto di pensioni!”. Immediata l’interruzione del premier che si è messo ad ascoltare le contestazioni, mentre i senatori dell’opposizione invitavano la Lega a tacere. Da quel momento un punto di non ritorno e a gettar benzina sul fuoco ci ha pensato il capogruppo del Carroccio Federico Bricolo che alzatosi dal banco ha iniziato a gridare “Vergogna! Vergogna!” in direzione dell’esecutivo. Il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani, ha tentato invano di riportare la calma, tuttavia la protesta padana è continuata con tanto di cartelli con su scritto “Basta tasse!”, “Non è una manovra, ma una rapina!” e “Giù le mani dalle pensioni!”.

In merito il leader del Carroccio, Umberto Bossi, ha spiegato: “È una cosa normale. Il Paese mi sembra in difficoltà” e la manovra del governo tecnico Monti “non serve a niente, perchè non crea posti di lavoro”.

Luca Bagaglini