Siria: una crisi senza via di uscita. Di Paola: “Escluso intervento in stile libico”

 

SIRIA – La repressione messa in atto dal regime di Bashar al-Assad in Siria cntinua imperterrita e nella sola giornata di ieri le forze governative hanno ucciso almeno 30 civili, tra cui due donne e un bambino, che si sommano alle oltre 5mila vittime da marzo ad oggi. Alle vittime civili si aggiunge la morte di 8 soldati uccisi in un agguato teso da un gruppo di disertori, i quali stanno innalzando il tiro e mietendo vittime tra i soldati dell’esercito fedele ad Assad. Le forze di opposizione siriane hanno accettato l’invito delle autorità irachene a sedersi a un tavolo di dialogo per un confronto sulla crisi che sta attanagliando la Siria, senza che la comunità internazionale riesca a mettere fine alla lunghissima scia di sangue. A nulla sono servite le sanzioni economiche e ogni giorno decine e decine di persone vengono massacrate e arrestate. E le violenze sfociano anche oltre confine, in particolare modo in Libano, nei pressi del villaggio di Kherbet Daoud, dove risiedono migliaia di profughi siriani fuggiti dal regime di Assad. Il ministro della Difesa italiano, Giampaolo Di Paola, ha escluso un intervento in stile libico per il momento: “Quello che è stato fatto in Libia non necessariamente si deve ripetere in Siria, non c’è nessuna risoluzione del Consiglio di sicurezza e alcuna indicazione dalla comunità internazionale – ha dichiarato Di Paola -. Quando la comunità internazionale deciderà certe cose l’Italia, che è un serio paese della comunità internazionale, farà la sua parte. Ma, lo dico chiaramente, per ora non c’è nessuna prospettiva di una evoluzione siriana in salsa libica”. E la violenza continua…

 

Luigi Ciamburro