
CRISI ECONOMICA – Il Centro studi di Confindustria lancia l’allarme recessione per il 2012 e descrive l’Italia sull’orlo del collasso e come il Paese più colpito dell’intera area Euro: pil in calo dell’1,6% e oltre 800mila posti in meno in due anni, specie tra i giovani. La strada intrapresa da Mario Monti sembra la più opportuna, ma piccoli benefici si avvertiranno soltanto a partire dal 2013, con un recupero del pil dello 0,6%. Ma a pesare sulla crisi economica italiana saranno i licenziamenti in programma per il prossimo anno, quando il crollo dei livelli produttivi costringerà molte aziende a mandare a casa i propri lavoratori anzichè avvantaggiarsi degli ammortizzatori sociali. Ma la recessione provocherà un vortice depressivo anche nel campo dei consumi primari, in calo dell’1% nel 2012, mentre molti risparmi verranno erosi. Secondo il Centro studi di Confindustria, però, la situazione è ancora salvabile e tra sei mesi l’economia italiana potrebbe ripartire: “Ci sono i presupposti, ne sono state poste le prime timide basi” con il decreto ‘salva Italia’ e, prossimamente, le riforme strutturali potrebbero incrementare il pil. Il leader di Confindustria Emma Marcegaglia confessa che ormail il 2012 è stato pregiudicato dal 2011 e chiede più liberalizzazioni, senza cedere al potere delle caste, e una minore pressione fiscale. “Siamo in recessione non solo in Italia ma anche in Europa ma il paese ce la può fare, non siamo condannati a stare in recessione per i prossimi anni… Ancora una volta abbiamo visto la resistenza delle caste che dicono no e urlano ogni volta che si cerca di togliere loro un privilegio minacciando la serrata. È una situazione inaccettabile in un momento in cui rischiamo il collasso dell’euro”.
Luigi Ciamburro