
STRAGE XENOFOBA A FIRENZE – Tassello dopo tassello si cerca di ricostruire la personalità e le ultime ore di vita di Gianluca Casseri, il 50enne simpatizzante di estrema destra che ha ucciso Samb Modou e Diop Mor, due senegalesi che tiravano a campare come venditori ambulanti a Firenze, ferendone poi altri tre. L’uomo da cinque anni malato di depressione era pronto a colpire ancora, con quella stessa 357 magnum Smith & Wesson che aveva sparato poco prima e con cui si è ucciso, evitando però di ferire gli agenti che lo avevano braccato e l’edicolante di piazza Dalmazia che quasi lo aveva fermato. L’unico obiettivo della sua psicosi razzista erano soltanto i senegalesi, quasi fossero un incubo da cacciar via. Gli inquirenti stanno ancora cercando di capire cosa abbia fatto Gianluca Casseri tra il raid di piazza Dalmazia delle ore 12,30 e l’agguato di San Lorenzo alle 14,30, ma escludono la mano di un complice che abbia ripulito la sua casa, operazione che probabilmente ha eseguito lo stesso “lupo solitatio”, come definito da chi lo vedeva in quartiere. Resta da capire che fine abbia fatto tutto il materiale che era conservato nel suo appartamento di via Terzolle a Firenze, cioè se sia stato buttato nell’immondizia o sia stato portato altrove.
Intanto sul web qualcuno ha proposto di dare una medaglia a Casseri, ma la procura fiorentina ha deciso di aprire un fascicolo contro gli autori di questi messaggi con l’accusa di apologia di reato. Scritte del tipo “Casseri santo subito” o “Casseri uno di noi” sono apparse poche ore dopo l’agguato su alcuni siti neofascisti, altri invece hanno aperto in modo anonimo delle pagine Facebook per inneggiare alla sua azione, mentre l’associazione di estrema destra Casa Pound si dissocia verbalmente da quanto accaduto e chiede un incontro con la comunità senegalese. Ma la rabbia degli africani al momento è troppa e le ben risapute idee di Casa Pound sono fuori luogo.
Luigi Ciamburro