Islandesi in fuga dall’isola, ma la premier Jóhanna Sigurðardóttir frena gli allarmismi

Jóhanna Sigurðardóttir

ISLANDA: POPOLAZIONE IN FUGA – Da quando la crisi economica ha colpito l’Islanda, molti cittadini della piccola isola nell’Atlantico hanno scelto di cercare fortuna altrove. In tanti hanno fatto le valigie e se ne sono andati, raggiungendo il continente europeo. Non è un dato nuovo di per sé, visto che il saldo tra chi arriva e chi parte è tenuto costantemente sotto controllo in Islanda. Qualche numero nuovo lo propone la rivista economica Frjáls verslun secondo la quale è soprattutto la Norvegia la meta preferita degli islandesi in fuga. Dal 2009 sono il 3.500 quelli che si sono trasferiti lì: in pratica l’1% degli islandesi.

Perché? Semplice: migliori opportunità lavorative (soprattutto nei settori della sanità e dell’edilizia) e salari più alto. La disoccupazione nell’isola rimane al 7,1% (dati aggiornati a novembre scorso), con un calo dello 0,6% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Ma non basta a dare l’impressione ai cittadini che la crisi sia passata. L’Islanda, del resto, fino al 2008 era abituata a tassi di crescita superiori al 5%: il tracollo bancario, finanziario ed economico di questi anni ha messo in ginocchio l’isola.

Il premier islandese, la socialdemocratica Jóhanna Sigurðardóttir, ha provato a gettare acqua sul fuoco dicendo che il numero di persone in partenza dall’isola non è superiore alla media degli ultimi anni. Una frecciatina neanche troppo velata nei confronti dei media, rei di dare eccessivo risalto a un fenomeno che di straordinario non avrebbe nulla. Per la Sigurðardóttir si tratterebbe di un pessimismo fuori luogo: “Siamo sostanzialmente a un livello simile a quello degli anni passati” ha detto la premier: “Inoltre si dovrebbe tener presente anche il numero di stranieri che si sono trasferiti in Islanda, che sono circa 16.000 da quando è scoppiata la crisi”.

Antonio Scafati