
GENOCIDIO ARMENO PARIGI – Se è vero che tutti i nodi vengono al pettine, forse questa è davvero la volta buona. Da anni, ormai, l’irrisolta questione del genocidio armeno impedisce alla Turchia di dialogare in maniera franca e costruttiva con i suoi partner europei, che ad ogni buona occasione le rinfacciano la mancata assunzione di responsabilità per il massacro di centinaia di migliaia di armeni avvenuto fra il 1914 ed il 1915.
Lunga è ad oggi la lista dei paesi che hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio armeno, e fra questi l’Italia e la Francia. Quest’ultima, in particolare, non ha mai voluto sorvolare sulla questione, auspicando più volte una presa di responsabilità ufficiale da parte della Turchia sugli orrori commessi all’inizio del secolo scorso contro il popolo armeno. Stavolta, però, la Francia si è spinta ben oltre. Nei giorni scorsi, infatti, la deputata dell’UMP Valérie Boyer, con il sostegno di numerosi altri parlamentari, ha presentato una proposta di legge con la quale ha richiesto che ogni negazione del genocidio armeno venga sanzionata sul territorio francese con una pena di un anno di prigione ed un’ammenda di 45.000 euro.
Nell’attesa che il progetto de legge venga esaminato e votato giovedì prossimo dai deputati francesi all’Assemblea Nazionale, la Turchia non ha perso tempo per manifestare tutta la sua disapprovazione rispetto ad una proposta di legge definita “inaccettabile”. Venerdì scorso, il Primo ministro turco Erdogan aveva espressamente domandato a Nicolas Sarkozy di impedire l’adozione del testo, minacciando severe sanzioni contro Parigi. Martedì, anche il capo di Stato turco si è unito alle richieste: “Non accetteremo mai questa proposta di legge (…) che ci priva del diritto di rigettare delle accuse infondate ed ingiuste contro di noi e contro la nostra nazione”, ha sottolineato Abdullah Gül, facendo appello all’ “amicizia pluricentenaria fra Francia e Turchia” per convincere il capo di Stato francese a fare marcia indietro sulla questione.
La Francia, tuttavia, sembra decisa a tenere testa ad Ankara:. La deputata Valérie Boyer si è detta “stupefatta per la reazione smisurata dei Turchi”. “Oggi”, ha aggiunto,“i Turchi praticano la diplomazia della minaccia (…). Questa proposta di legge è il compimento di un lungo processo legislativo cominciato con il riconoscimento del genocidio armeno nel 2001”, ha affermato la deputata.
Ad oggi, la Turchia ammette l’uccisione di 500.000 morti (1,5 milioni, invece, secondo gli Armeni), che a suo dire, però, sarebbero stati vittime della Prima Guerra mondiale, e non di un genocidio. Essa ha inoltre minacciato la Francia di conseguenze “irreparabili” sulle relazioni fra Parigi e Ankara, accusando il governo francese di fare pura demagogia alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2012.
Flavia Lucidi