MANOVRA FINANZIARIA – Il premier Mario Monti incassa la fiducia al Senato, accende i motori della manovra finanziaria e può procedere con la fase 2 del suo progetto economico-politico, pur dovendo registrare una maggioranza che sembra assottigliarsi di giorno in giorno, come evidenziato anche dai risultati della Camera della scorsa settimana. Ma con 257 voti favorevoli e 41 contrari (una decina gli assenti) l’esecutivo tecnico può dormire ancora sonni tranquilli, nonostante gli aut aut imposti dai partiti, Pd e Pdl in primis, che fanno sapere che se non si cambierà rotta il consenso potrebbe venir meno e il ricorso ad elezioni anticipate sarebbe inevitabile.
Ma il Professore procede dritto per la sua strada e assicura che la nuova manovra consentirà al Paese di “affrontare a testa alta la crisi“, snocciola le prossime novità, dalle deduzioni Irap al bonus per assumere lavoratori al Sud alle liberalizzazioni, per poi lanciare una frecciatini ai partiti: “Vorrei dire ai cittadini che l’appoggio che questo governo sta ricevendo è molto più grande di quello che i partiti lasciano credere o dichiarano”.
L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ancora una volta ha votato a favore dell’esecutivo, scelta che la Lega non condivide e critica, ma allo stesso tempo fa sapere che non manderà giù altri bocconi amari e chiede maggior partecipazione pidiellina nelle prossime decisioni governative: “Abbiamo detto in maniera chiara a Monti che siccome siamo il principale partito i provvedimenti devono essere discussi prima con noi”. Dal canto suo il premier incaricato non solo si dice disponibile a incontri preventivi e a una maggior concertazione con partiti e forze sociali, ma fa presente al partito della Lega che il Nord non è stato dimenticato nei progetti del governo: “Qualcuno ha sostenuto che non ci sia stato rispetto del Parlamento: è profondamente vero il contrario… Mi dispiace che gli elettori di una piccola parte di questo Parlamento non abbiano la stessa possibilità di ascolto da parte del governo, perchè chi la rappresenta in questa o nell’altra Aula tiene un atteggiamento diverso. Ma io voglio assicurare – ha sottolineato Monti – che le esigenze di certe categorie della popolazione italiana, di certe Regioni del territorio italiano, che non ci sono tra l’altro del tutto ignote, sono ben tenute presenti”. Ma il Carroccio storce il muso, Roberto Calderoli mostra il pollice verso e Umberto Bossi assicura che il governo cadrà prima del 2013. Nulla di nuovo sotto il cielo, tranne la stangata in arrivo per gli italiani non benestanti.
Luigi Ciamburro