Attentato in Siria, kamikaze a Damasco: terrorismo di regime o di al-Qaeda?

Damasco, il luogo dell'attentato

 

 

ATTENTATO IN SIRIA – Dopo circa un anno di poteste contro il regime di Bashar al-Assad,costate la vita a oltre 5mila persone, in Siria la situazione politica e sociale rischia di affondare in un baratro dopo il duplice attentato di ieri, contro due sedi dei servizi di sicurezza situati in una delle zone più controllate di Damasco. Il bilancio è di 44 morti e 166 feriti e con ogni probabilità sarà difficile risalire agli autori: il governo siriano accusa il gruppo terroristico di al-Qaeda, mentre secondo l’opposizione autori e mandanti risalgono direttamente al regime di Assad, reo di voler mettere in piedi una sorta di ‘strategia della tensione’ per rendere velleitario ogni tentativo di protesta.

Secondo fonti governative sarebbero stati due i kamikaze, con l’ausilio di altri terroristi, di cui uno è stato arrestato. L’attentato è stato portato a segno proprio nel giorno in cui nella capitale sono giunti i primi osservatori della Lega Araba, per giunta nel giorno più sacro ai musulmani, il venerdì, quando dopo il momento della preghiera si scatenano solitamente ribellioni in varie località. Ma la Siria è nuova agli attentati kamikaze e l’episodio s’inserisce in un contesto di violenza crescente, con gruppi armati sparsi in varie zone del Paese e attivi militarmente contro i soldati del regime.

La tv di Stato ha trasmesso le immagini della tragedia, con brandelli umani sparsi ovunque e auto incenerite dall’esplosione. “È un giorno triste per la Siria – ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri siriano Jihad Maqdisi. Più la Siria coopera e si adopera per le riforme, pù viene colpita dai terroristi che vogliono sabotare la volontà di cambiamento” ed ha puntato l’indice contro i terroristi di al-Qaeda. Ma secondo gli oppositori gli attentati “sono opera del regime per dimostrare alla Lega Araba che stanno combattendo contro i terroristi” e per avvertire gli osservatori “affinchè non si avvicinino ai centri di sicurezza”.

Ora la popolazione di Damasco ha paura e le strade si sono letteralmente svuotate di cittadini e riempite di soldati armati che perlustrano ogni angolo di strada. Il rischio di una nuova Baghdad non è più un lontano incubo e la comunità internazionale sembra assistere inerme.

 

Luigi Ciamburro