In Irlanda la Chiesa Cattolica discrimina le donne

IRLANDA: CHIESA DISCRIMINA LE DONNE – Fanno discutere il Irlanda le dichiarazioni di Olivia O’Leary, famosa giornalista locale. La O’Leary, per anni presentatrice presso l’RTÉ e corrispondente estera per la BBC inglese, ha pubblicamente spiegato, durante il consueto programma che conduce per RTÉ radio, le ragioni della sua decisione di abbandonare ufficialmente la Chiesa Cattolica. La motivazione principale sarebbe legata alla discriminazione che le istituzioni religiose cattoliche continuano a praticare nei confronti delle donne, le quali non possono in alcun modo essere ordinate sacerdoti e, se inserite all’interno del corpo ecclesiastico, sono costrette a ricoprire un ruolo semplicemente ancillare.

Olivia O’Leary, 61enne educata in ambito cattolico e fervente credente nonché praticante precedentemente alla sua scelta di boicottare le funzioni, ha detto: “Alla mia età non posso più accettare un ruolo subordinato; né per me, né per mia figlia, né per le mie sorelle, nipoti o amiche”. A detta della giornalista la decisione di abbandonare la Chiesa Cattolica non è stata semplice ed ha richiesto un lungo periodo di riflessione, sia per questioni relative all’affetto da lei provato nei confronti della pratica liturgica definite dalla O’Leary “una delle più grandi forme d’arte al mondo e strumento di conforto durante i momenti di perdita e sofferenza”, sia perché l’istituzione segnava il suo senso di appartenenza anche familiare dati i tanti preti e suore presenti tra i suoi zii.

“Non avverto più un senso di rabbia a questo punto ma solo una sorta di noia. La differenza è ancora utilizzata come scusa per discriminare; ciò e stancante, ma io vivo la cosa come un sollievo perché per me è finita. Ne sono fuori ora”.

La Chiesa che si rifiuta, senza apparenti ragioni, di ordinare le donne a sacerdoti è stata infine definita dalla O’Leary “un deserto etico, paragonabile alle istituzioni religiose americane che accoglievano solo i fedeli bianchi o il regime di apartheid in Sud Africa”.

Nicoletta Mandolini