SIRIA – Nella giornata di ieri sono morte almeno 27 persone in Siria, nonostante l’arrivo degli osservatori della Lega Araba che hanno fatto visita alla città di Homs, dove le forze governative hanno sparato soltanto gas lacrimogeni, e non più pallottole vere, per disperdere le migliaia di manifestanti che volevano raggiungere piazza dell’Orologio, dove si trovava uno sparuto gruppo di osservatori arabi. Alcune ore prima il regime di Bashar al-Assad aveva ordinato il ritiro dei carri armati dai quartieri residenziali, ma secondo gli attivisti negli ultimi due giorni sarebbero morti una ciquantina di civili nella sola città di Homs. Gli osservatori hanno tentato di accedere nelle zone più calde, ma spari di cecchini li hanno costretti a retrocedere e spinto la delegazione a trascorrere la notte in città.
Al momento in Siria sono presenti 50 osservatori, ma altri cento dovrebbero giungere entro la fine dell’anno. Secondo il protocollo firmato al Cairo dieci giorni fa, essi dovranno verificare sul terreno l’applicazione del piano inter-arabo per la cessazione delle violenze, il ritiro di tutte le forze militari dai centri urbani di ogni città e il rilascio di 15mila prigionieri politici arrestati negli ultimi dieci mesi di rivolte e repressione. Forse è ancora prematuro attendere risvolti positivi, ma per ora sono stati compiuti pochi passi avanti.
Luigi Ciamburro