
URUGUAY DEPENALIZZA L’ABORTO – In Uruguay si profila all’orizzonte una svolta di tipo legislativo che avrà un enorme impatto sulla vita della popolazione femminile. Due giorni fa il Senato ha approvato un disegno di legge per la depenalizzazione dell’aborto, che nei prossimi mesi verrà dunque sottoposto all’esame della Camera dei deputati. Il testo ha ricevuto il via libera con una maggioranza piuttosto stretta – 17 voti su 31 – dopo un lungo dibattito durato più di nove ore: a sostegno del progetto si sono schierati tutti gli esponenti del Frente Amplio, il partito di governo, e un membro della Alianza Nacional, la formazione di opposizione.
La legge autorizza la pratica dell’aborto nei primi tre mesi di gravidanza e in queste ore il dibattito tra chi vede la norma come un gesto di civiltà e chi grida all’omicidio e alla violazione dei diritti umani è infuocato. La senatrice Mònica Xavier, che ha presentato la proposta di legge, ritiene che la “legge vigente sia inefficace e ingiusta”. Carlos Moreira, senatore nazionalista, invoca invece il diritto alla vita e, richiamandosi al “Patto di San José de Costa Rica”, ritiene che la legge vada contro i trattati internazionali.
Il testo prevede inoltre che il termine dei tre mesi per effettuare l’aborto non venga applicato nel caso in cui la gravidanza sia frutto di una violenza, in caso di gravi malformazioni o in presenza di rischi per la salute della donna.
In caso di approvazione definitiva della legge, poi, tutte le strutture sanitarie, anche quelle private, saranno tenute a praticare l’aborto alle donne che lo richiederanno.
Il codice penale in vigore dal 1898 prevedeva pene severe per chi si sottoponesse o praticasse l’aborto. Nei primi anni Trenta venne attuata una riforma per rendere possibili le interruzioni di gravidanza negli ospedali pubblici ma il provvedimento restò in vigore per breve tempo e venne annullato già a metà del decennio. Con la legge 9.763 del 1938 si stabilì una pena da tre a nove mesi di carcere per la donna che si sottopone all’aborto, e da sei mesi a due anni per chi lo pratica.
Il tema della depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza costituisce un elemento non secondario del dibattito politico da almeno dieci anni e l’Assemblea Generale ha già effettuato vari tentativi di rendere legale la pratica, scontrandosi però con l’opposizione dei nazionalisti e, nel 2008, anche con il veto presidenziale.
Tatiana Della Carità