Tensione in Golfo Persico: Khamenei si prepara alle elezioni. Monti favorevole a embargo petrolifero

 

TENSIONE IN GOLFO PERSICO – Cresce di ora in ora la tensione internazionale sullo Stretto di Hormuz, lingua di mare strategicamente importante per l’esportazione di petrolio dai Paesi arabi verso il resto del mondo. Se qualcuno si attendeva una marcia indietro dell’Iran, dopo la minaccia della Casa Bianca, è rimasto deluso, in quanto da Teheran hanno fatto sapere che “gli americani non hanno il diritto di dettare condizioni” e si riserva la decisione di chiudere o meno lo Stretto di Hormuz. Il vice comandante dei Guardiani della Rivoluzione, il generale Salami Hassan, avverte senza mezzi termini di non temere un confronto armato con nessuna forza straniera e che qualora gli interessi economici iraniani venissero intaccati non si esiterebbe ad attuare una “strategia difensiva”. Non a caso da giorni la marina militare di Teheran sta effettuando esercitazioni belliche nel Golfo Persico, controllate a vista da una portaerei americana, già intercettata dai radar dell’aviazione della Repubblica Islamica.

Il nodo diplomatico sorge in seguito alle nuove sanzioni imposte dalla comunità internazionale e che andrebbero a colpire le esportazioni di greggio di Teheran. Secondo l’Aiea il governo degli ayatollah sta portando avanti un controverso programma nucleare che ha come scopo la costruzione della bomba atomica. Da notare l’assenza di dichiarazioni da parte del presidente Mahmoud Ahmadinejad, che si è limitato a considerare la chiusura del braccio di mare solo come un’eventuale ipotesi e solo contro un attacco militare esterno. Ad alzare i toni, secondo gli analisti politici, è la cerchia degli ayatollah guidati dalla Guida Suprema Ali Khamenei che, in vista delle prossime elezioni, pensa di aumentare il processo elettorale aumentando le tensioni estere.

Sulle tensioni Usa-Iran è intervenuto anche il nostro presidente Mario Monti nel corso della conferenza stampa di fine anno tenutasi ieri, dicendosi favorevole a un embargo petrolifero: “Tutti si sono detti in favore di un urgente rafforzamento degli strumenti di pressione sull’Iran – ha affermato il Professore – a cominciare dalla riduzione degli introiti iraniani provenienti dalle esportazioni di greggio… Tale posizione – ha sottolineato il premier Monti – è condivisa dall’Italia che importa il 13% di greggio”.

 

Luigi Ciamburro