EGITTO – Gli uffici di 17 ONG, nazionali ed internazionali, sono stati messi a soqquadro nella giornata di ieri dalle autorità egiziane, nell’ambito di un’inchiesta avente ad oggetto alcuni finanziamenti illeciti che le organizzazioni non governative avrebbero ricevuto dall’estero. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa egiziana MENA (Middle East News Agency). “Il procuratore ha perquisito 17 uffici di organizzazioni appartenenti alla società civile, locali ed internazionali, nel quadro di un affare di finanziamenti provenienti dall’estero”, ha dichiarato un responsabile dell’ufficio del procuratore citato da MENA. La medesima fonte ha precisato che la perquisizione, resasi necessaria dalle numerose prove di violazione delle normative egiziane in materia di finanziamenti, si è svolta in maniera del tutto conforme alla legge. Fra le organizzazioni prese di mira dalla polizia e dalla magistratura egiziana, l’Istituto internazionale repubblicano (IRI) e l’Istituto democratico nazionale (NDI), con sede negli Stati Uniti. Nel corso della retata, le autorità egiziane avrebbero prelevato vari documenti ed alcuni computer portatili dai locali delle ONG.
Gli Stati Uniti si sono detti “profondamente preoccupati” per quanto avvenuto in Egitto negli uffici delle organizzazioni non governative, chiedendo la fine immediata di tali “molestie”. La portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland, ha chiesto al governo egiziano “di porre immediatamente fine alle vessazioni del personale delle ONG, di restituire tutte le proprietà e di risolvere il problema immediatamente”. A queste dichiarazioni hanno fatto eco quelle di Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto Commissariato ONU peri diritti umani, che ha parlato di misure “inutilmente pesanti”, chiaramente rivolte “contro i difensori dei diritti umani” che hanno a lungo criticato le violazioni di tali diritti in Egitto, sia da parte del precedente regime che di quello attuale.
Nella giornata di ieri è giunto anche l’intervento dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di sicurezza, la britannica Catherine Ashton, che ha espresso “profonda preoccupazione” per le incursioni svoltesi nella giornata di ieri. “Questa dimostrazione di forza contro la società civile è particolarmente preoccupante dato che giunge nel mezzo della transizione democratica dell’Egitto”, ha commentato la Ashton in un comunicato. Quest’ultima ha poi fatto appello alle autorità egiziane affinché “permettano alle Ong di proseguire il loro lavoro a sostegno della democrazia egiziana”.
La giunta militare, che almeno formalmente dovrebbe assicurare la transizione democratica nel paese, ha promesso di far luce sui finanziamenti di cui dispongono le organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo, precisando che non verrà ammessa d’ora in avanti alcuna intromissione straniera negli affari interni del paese. Numerose associazioni di diritti dell’uomo hanno di recente contestato i militari, esigendo un rapido trasferimento di poteri nelle mani delle autorità civili.
Flavia Lucidi