Crisi economica, sindacati lanciano allarme disoccupazione. Bonanni: “Da governo Monti attendiamo riforma fiscale”

Luigi Angeletti, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni

 

 

CRISI ECONOMICA – Comincia il 2012 e il cammino dell’economia italiana si prospetta in ripida salita, con le spese che aumentano e le entrate sempre più misere per le famiglie italiane, per via della disoccupazione galoppante che non accenna a frenare l’ascesa. Il ministero dello Sviluppo economico fa sapere che almeno 30 mila posti di lavoro sono a rischio nei primissimi mesi, considerando solo i tavoli di crisi aziendali coordinati dallo stesso ministero. Motivo per cui i sindacati sono scesi in piazza anche il giorno della vigilia di Natale e si fanno sentire sin dal primo giorno del 2012, dal momento che  a breve l’esecutivo Monti metterà in opera una serie di riforme, tra cui quella del mercato del lavoro, insieme ad altri provvedimenti concernenti crescita e sviluppo (la cosiddeta ‘fase 2’ o ‘cresci Italia’).

La leader della Cgil, Susanna Camusso, chiede di correre ai ripari prima che la tensione sociale scoppi all’improvviso, dato l’emergenza della situazione finanziaria: “C’è un rischio reale di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi”, perchè, spiega la Camusso, la “recessione avrà un impatto duro su occupazione e redditi”. Unico rimedio per evitare il peggio è istituire un Piano per il lavoro in modo da arginare il deflusso di occupati e creare nuova occupazione, specie tra i giovani, la classe sociale più colpita.

A dar manforte alle parole della segretaria nazionale della Cgil è Luigi Angeletti, leader della Uil, che avverte: “C’è il rischio di andare verso una fase di recessione e, quindi, di riduzione dei posti di lavoro. L’aumento della disoccupazione non è certo un antidoto alla pace sociale, anzi è benzina sul fuoco”. Angeletti propone “una riduzione delle tasse sul lavoro”, una più incisiva lotta all’evasione fiscale e politiche di liberalizzazioni affinchè le “parole occupazione e crescita” non diventino uno sterile slogan.

Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ritiene il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano “un incoraggiamento per il sindacato a proseguire su una linea riformatrice di accordi tra le parti sociali per stimolare la crescita e la stabilità dell’occupazione, con aumenti del salario legati alla maggiore produttività. Speriamo che tutti facciano tesoro delle parole del capo dello Stato – ha proseguito Bonanni – a cominciare dal Governo che deve accompagnare questo necessario processo di riforme del lavoro senza forzature ed atti unilaterali. Solo con la concertazione ed il dialogo sociale si possono affrontare i problemi gravi del paese, distribuendo il peso dei sacrifici. Ma come ha ricordato il capo dello Stato occorre soprattutto equità nel rigore, a cominciare proprio da una riforma fiscale che faccia finalmente pagare tutti i cittadini italiani in base ai guadagni effettivi ed ai reali patrimoni immobiliari e mobilari. Su questa grande sfida della riforma fiscale, della lotta all’evasione e al malaffare, sollecitata da Napolitano – ha concluso il leader della Cisl – attendiamo alla prova il Governo Monti e le forze parlamentari italiane. In troppi sul tema del fisco hanno fatto finora orecchie da mercante”.

 

Luigi Ciamburro