Emergenza carceri: due detenuti si suicidano a Capodanno, 183 morti nel 2011

 

EMERGENZA CARCERI – La tensione nelle carceri italiane resta elevata e tra San Silvestro e Capodanno due detenuti si tolgono la vita a Torino e Trani, altri due tentano il suicidio a Vasto e Vigevano, facendo chiudere il 2011 con 66 suicidi e con 183 morti in galera. Il problema delle carceri diventa sempre più insostenibile e i casi di sovraffollamento sono ormai all’ordine del giorno, fenomeno con cui è costretto a convivere ogni detenuto: 68.144 prigionieri in istituti penitenziari che possono ospitarne al massimo 45.654. Un allarme talmente preoccupante che il presidente Giorgio Napolitano, nel suo discorso di fine anno, ha accennato alla condizione “disumana” delle carceri italiane come “uno dei limiti del nostro vivere civile”. Gli fanno eco i sindacati della polizia penitenziaria Sappe e Osapp, che lamentano le difficoltà degli agenti nel gestire da soli la situazione.

Nel carcere delle Vallette a Torino, poco prima dello scoccare della mezzanotte, si è ucciso un 37enne romeno impiccandosi con il classico sistema del lenzuolo. Nelle carceri di Vigevano (Pavia) e Vasto (Chieti) un italiano e un tunisino stavano per fare la stessa cosa, ma fortunatamente gli agente penitenziari hanno sventato in tempo il suicidio. Invece nel carcere di Trani, dove ci sono 43 reclusi per una capienza massima di 233 posti letto, Gregorio Durante, 34enne di origini salentine, si è ammazzato forse in preda alla disperazione, in quanto i familiari hanno porto denuncia e la procura ha aperto un’inchiesta: il recluso soffriva per i postumi di un’encefalite virale e le sue condizioni di salute, oltre ad essere incompatibili con il regime carcerario, sono peggiorate a causa dell’isolamento cui è stato sottoposto, poichè secondo gli agenti avrebbe simulato la ‘malattia’. “Me lo hanno ucciso – grida la madre, Ornella – me lo hanno fatto morire in cella da solo come un cane. Quando siamo andati a trovarlo a Natale era su una sedia a rotelle, aveva gli occhi chiusi, non parlava e si faceva persino la pipì addosso, aveva ai polsi persino i segni delle corde con le quali veniva legato al letto e mi dicevano invece che stava simulando”.

Mercoledì prossimo in Commissione Giustizia al Senato intraprenderà l’iter sull’emergenza carceri stilato dal ministro Severino: nel giro di un anno cira 3.300 detenuti potrebbero lasciare le loro celle per scontare a casa gli ultimi 18 mesi della pena, mentre coloro che attendono il processo per direttissima saranno detenuti nelle celle di sicurezza delle forze dell’ordine.

 

Luigi Ciamburro