BOLIVIA: CHIUSI TUTTI I MCDONALD’S – Una decisione senza precedenti, quella assunta dai vertici di McDonald’s per la Bolivia. Il colosso statunitense degli hamburger ha infatti deciso di abbandonare il Paese sudamericano, chiudendo tutti i ristoranti. Il motivo? E’ semplice: neanche il fast food più famoso del mondo è immune dai fallimenti e le filiali boliviane avevano da tempo i conti in rosso.
In seguito a questa scelta, la Bolivia diventa il primo tra i Paesi dell’America del Sud a restare orfano di McDonald’s e costituisce il primo caso di vero e proprio fallimento dell’azienda. Per quest’ultima il danno non è tanto materiale – otto ristoranti per una catena che ne conta più di trentamila ai quattro angoli del mondo sono meno delle briciole – quanto di immagine. La chiusura, infatti, è avvenuta per scarsità di clienti, il che significa che i boliviani non sono interessati a Big Mac e cheeseburger. Si tratta, in altre parole, di una questione di prestigio, che rischia di avere effetti sul marketing, tanto che la società ha deciso di realizzare un report per cercare di spiegare la debàcle. Nel documento sono state raccolti i pareri di esperti in vari settori: educazione, nutrizione, sociologia e cucina. Quasi tutti gli interpellati ritengono che la spiegazione sia da ricercare non tanto nel fatto che i piatti di McDonald’s non incontrino i gusti della popolazione, quanto in una sorta di rifiuto culturale. E’ proprio il concetto di fast food, in effetti, ad essere respinto: la stragrande maggioranza dei boliviani, infatti, ritiene che oltre alla qualità del cibo sia altrettanto importante cucinarlo con calma e gustarlo lentamente. Il che naturalmente è in netta contraddizione con la filosofia di McDonald’s. La separazione, quindi, era inevitabile.
McDonald’s era sbarcato in Bolivia 14 anni fa e contava otto ristoranti nella capitale La Paz e nelle altre due grandi città, Santa Cruz de la Sierra e Cochabamba.
Tatiana Della Carità
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