TASSA SU PERMESSI DI SOGGIORNO – La manovra che il governo guidato da Mario Monti ha varato a dicembre è stata da più parti definita come una norma ‘lacrime e sangue’. Da parte sua il premier, pur cercando di non drammatizzare, non ha nascosto la sua apprensione per un momento particolarmente critico come quello che stiamo vivendo e ha riconosciuto che il provvedimento approvato in Parlamento chiede non pochi sacrifici agli italiani. Qualcuno, sindacati in testa, ha però contestato al presidente del Consiglio la mancanza di equità nel testo, che in effetti penalizza pesantemente le categorie più deboli della società.
In realtà, però, l’attacco ai meno abbienti è iniziato già prima del governo Monti, come dimostra la stangata che sta per abbattersi sugli immigrati. In questo caso non si tratta infatti di un effetto della manovra bensì di un colpo di coda del governo Berlusconi: nell’ottobre scorso gli ex ministri dell’Economia e dell’Interno Giulio Tremonti e Roberto Maroni hanno firmato un decreto per imporre una tassa sulle richieste e sui rinnovi dei permessi di soggiorno. Il prelievo verrà applicato dal 30 gennaio prossimo e sarà compreso tra gli 80 e i 200 euro, a seconda della durata del documento. La tassa non verrà invece applicata ai permessi di soggiorno degli stranieri minorenni, per chi viene in Italia per motivi di salute e per i richiedenti asilo.
T.D.C.
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