Golfo Persico: allarme inflazione in Iran, Ahmadinejad rafforzerà alleanze in America Latina

 

GOLFO PERSICO – Nel Golfo Persico la tensione non accenna a sminuire e, dopo aver effettuato due test missilistici a medio raggio, il regime di Teheran e fonti vicine all’ayatollah Ali Khamenei preannunciano di non avere nessuna intenzione di chiudere lo Stretto di Hormuz nè di alimentare contrasti internazionali, ma fanno sapere di essere disposti a rispondere con ogni mezzo ad eventuali attacchi o intromissioni occidentali.

Kazem Jalali, portavoce della Commissione per la Sicurezza nazionale e la Politica estera, ha dichiarato che “l’Iran userà senza dubbio il potenziale difensivo dello Stretto di Hormuz se si trovasse di fronte a minacce”. Ma secondo fonti che preferiscono rimanere anonime i pasdaran vogliono provocare le forze militari Usa per causare una crisi senza precedenti, anche perchè le sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale stanno causando non pochi problemi all’economia iraniana: la moneta nazionale, il rial, ha subito un crollo del 6% rispetto al dollaro nelle ultime 24 ore, con conseguente innalzamento dell’inflazione, ma probabilmente nessuna reazione ci sarà prima delle elezioni parlamentari di marzo, dove il partito del presidente Ahmadinejad mira a consolidarsi: “Una cosa è certa – ha detto Kazem Jalali -: il fronte vicino al presidente Mahmoud Ahmadinejad non vuole provocare scontri militari nella regione perchè mira a consolidarsi, tentando di vincere le elezioni parlamentari di marzo. Qualsiasi forma di scontro militare – ha concluso il funzionario – in questo momento danneggerebbe Ahmadinejad e favorirebbe gli ultraconservatori vicini alla Guida Suprema”. Ma con le nuove sanzioni volute in primis dalla Casa Bianca potrebbero esserci ulteriori innalzamenti del costo del petrolio e di certo aumenteranno le speculazioni sui mercati petroliferi. Ma per aggirare le nuove sanzioni Ahmadinejad sta organizzando un tour in America Latina, in modo da rinforzare le alleanze economiche con Cuba, Venezuela, Ecuador e Nicaragua (ostili agli usa) in modo da allentare la morsa dell’Occidente sull’Iran.

 

Luigi Ciamburro