
TENSIONI IRAN-USA – Continuano le tensioni tra Stati Uniti e Iran sulla querelle della chiusura dello Stretto di Hormuz, tra il Golfo persico e quello di Oman, minacciata dalla Repubblica islamica, e all’indomani dei test missilistici di Teheran. Oggi, il capo delle forze armate iraniane, generale Ataollah Salehi, ha affermato che se una portaerei statunitense dovesse tornare nello Stretto di Hormuz, come accaduto lo scorso 29 dicembre, l’Iran agirà di conseguenza. “Ho consigliato, raccomandato e avvertito loro (gli americani, ndr) sul ritorno della loro portaerei nel Golfo persico, perché non abbiamo l’abitudine di avvertire più di una volta“, ha dichiarato Salehi all’agenzia Fars.
Il 29 dicembre scorso, infatti, l’Iran aveva riferito che una portaerei americana era stata identificata nella zona delle manovre militari navali iraniane, nei pressi dello Stretto di Hormuz. Rebecca Rebarich, portavoce della V flotta Usa, di stanza in Bahrein, aveva spiegato che la portaerei Uss John C. Stennis e l’incrociatore lanciamissili Uss Mobile Bay avevano “compiuto un passaggio di routine programmato attraverso lo Stretto di Hormuz”. Le due navi Usa avevano fatto una sosta nel porto di Jebel Ali, negli Emirati Arabi Uniti, prima di attraversare lo Stretto di Hormuz verso il Mar Arabico, per portare il proprio sostegno aereo alle forze della Nato in Afghanistan, aveva precisato la portavoce.
Tutta la vicenda era sorta in seguito alle minacce di Teheran di chiudere lo stretto, tra il Golfo Persico e quello dell’Oman, per protestare contro le nuove sanzioni all’Iran per via del suo programma nucleare.
Proprio in merito al controverso programma nucleare iraniano, il Ministro degli Esteri Ramin Mehmanparast ha assicurato che i colloqui con la comunità internazionale riprenderanno presto e ha annunciato che per gennaio sono attesi in Iran gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) per condurre le loro ispezioni sul programma nucleare. “Stiamo solo aspettando che ci venga indicata una data e una sede da parte di (Catherine) Ashton”, l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, ha detto Mehmanparast. “Quando l’avremo”, ha spiegato, il capo nei negoziatori iraniani Saedi Jalili “chiarirà la posizione dell’Iran”.
Per tutta risposta, la Ashton ha fatto sapere che tali dichiarazioni non sono sufficienti e che l’Iran deve prima rispondere alla lettera dell’Unione Europea, inviata lo scorso ottobre, riguardo alla ripresa delle discussioni sul programma nucleare iraniano. Nella lettera, l’Ue chiedeva all’Iran “discussioni significative su misure di costruzione della fiducia senza precondizioni da parte iraniana”. Il portavoce della Ashton, Michael Mann, ha detto che l’Ue proseguirà con “l’approccio del doppio binario” finora seguito, ovvero quello di mantenere la disponibilità al dialogo ma esercitando la pressione politica sulle autorità di Teheran con sanzioni, che potranno anche essere “estese”, ha aggiunto, in occasione del Consiglio Ue dei Ministri degli Esteri dei 27 in programma a Bruxelles il 30 gennaio. Tra le sanzioni da applicare, si valuta anche quella dell’embargo petrolifero. Mann ha spiegato che l’Alto rappresentante, Catherine Ashton, ha scritto a Saedi Jalili a ottobre: “Aspettiamo ancora una risposta a quella lettera”, ha detto, quindi “come noi e il resto della comunità internazionale reagiremo dipende da questa risposta degli iraniani”.
Redazione
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