Siria: Baath comunica la rinuncia al monopolio politico e sociale. Distrutto gasdotto a Homs

Bashar al-Assad

SIRIA BATH – Questa mattina la Siria si è svegliatra ed è venuta a conoscenza di una notizia sconvolgente. Da quanto appreso dal “panarabo socialista” il primo partito, quello al potere da decenni, lascerà il gradino più altodella politica e non solo. L’annuncio ufficiale è previsto per febbraio prossimo durante l’undicesimo congresso nazionale del Baath, proprio il partito che da circa 50 anni è al potere nel Paese. Sarà proprio durante la conferenza che annuncerà la fine della sua supremazia sia in campo politico, sia in quello sociale. Sempre stamane un gasdotto è stato fatto esplodere da presunti terroristi a Homs. L’azione, ha diffuso l’agenzia Sana, ha paralizzato due centrali elettriche a Rastan. In corso le azioni di risanamento per il rispristino della normale attività di distribuzione elettrica.

Intanto non si è fermata la scia di sangue in Siria nonostante l’arrivo degli 88 osservatori della Lega Araba che, al contrario, pensa al ritiro dei suoi emissari, in quanto rischiano di fornire una copertura al regime di Bashar al Assad. Dall’arrivo degli osservatori arabi in Siria si sono contati almeno 286 morti, infatti gli scontri a fuoco tra soldati lealisti e disertori non sono cessati, i manifestanti civili hanno continuato ad essere le vittime di un regime senza vergogna nè scrupoli.

In merito il capo degli osservatori, Ali al-Salem al-Dekbas, ha dichiarato che la missione diplomatica è a rischio fallimento: “Tutto quello che sta avvenendo alla presenza della missione di osservatori sta facendo crescere la rabbia della gente araba e inficia la ragione stessa per cui si è deciso di inviare una missione di questo tipo”.

Inoltre l’opposizione al regime all’estero e quella in patria hanno siglato un accordo per definire “i principi comuni di lotta democratica per il periodo di transizione” che dovrebbe cominciare dopo la deposizione del tiranno al Assad. Ma quel giorno sembra ancora lontano e per la comunità occidentale si prospetta un bel grattacapo. In Libia c’erano motivi economici per intervenire, in Siria? Teoricamente no.

Luca Bagaglini

Con direttanews.it sei sempre al centro delle notizie, clicca qui e diventa fan