Poliziotti critici verso il metodo Severino per risolvere l’emergenza carceri

Cella carcere

TENSIONI POLIZIA-GOVERNO SU DECRETO SVUOTA CARCERI – Il decreto proposto dal ministro della Giustizia Paola Severino per tamponare l’emergenza carceri e approvato il 16 dicembre scorso dal Consiglio dei ministri non ha ricevuto una buona accoglienza tra i poliziotti. Il testo prevede, tra le altre cose, che i detenuti possano scontare ai domiciliari l’ultimo anno e mezzo di arresti, la detenzione nelle celle dei commissariati – e quindi non più nelle carceri – degli imputati nei processi da svolgere per direttissima e il ricorso a misure alternative alla detenzione.

Gli agenti, però, non sono soddisfatti, almeno stando alle dichiarazioni del prefetto Francesco Cirillo, ascoltato dalla commissione Giustizia del Senato. “Le camere di sicurezza sono 1057 in tutta Italia – ha spiegato – In base al decreto dovrebbero ospitare, entro 48 ore dal fermo, persone arrestate per reati non gravi e in attesa di processo per direttissima ma sono poche e inadatte a ospitare i detenuti in condizioni di minima dignità e le forze di polizia non sono organizzate nè attrezzate per la custodia degli arrestati”. “Il detenuto – ha aggiunto – sta molto meglio in carcere, anche perché nelle celle di sicurezza non è assicurata l’ora d’aria, non c’è il bagno interno nè è prevista la divisione tra uomini e donne”.

Cirillo non ha inoltre risparmiato critiche nei confronti dell’utilizzo del braccialetto elettronico. “I braccialetti attivi oggi sono otto e costano 5mila euro l’uno – ha dichiarato – Se fossimo andati da Bulgari avremmo speso meno”.

Redazione online

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