
7 GENNAIO 1797: REPUBBLICA CISPADANA ADOTTA BANDIERA TRICOLORE – La storia della bandiera bianca, rossa e verde che rappresenta l’Italia inizia nel periodo napoleonico. Fu infatti la Repubblica Cispadana, fondata nel 1796 in seguito alla campagna d’Italia di Bonaparte, ad identificarsi per la prima volta con questo vessillo. Lo Stato in questione comprendeva buona parte dell’Italia del Nord, poiché le truppe francesi avevano raggiunto i Ducati di Milano, Romagna, Mantova, Bologna, Ferrara Modena e Reggio e, alla fine del 1796, i delegati di queste ultime province si riunirono in un congresso, in cui si decise appunto la costituzione della Repubblica Cispadana. Fu il congresso stesso, il 7 gennaio del 1797, a stabilire che lo Stato sarebbe stato rappresentato da una bandiera composta da tre strisce, di uguale dimensione ma di colore diverso. A proporre l’adozione di quello che sarebbe diventato il vessillo italiano fu Giuseppe Compagnoni, intellettuale e giornalista ancora ricordato come il “padre del Tricolore”.
La scelta dei colori derivò in parte dalla bandiera francese (in seguito alla Rivoluzione che aveva portato al rovesciamento dell’Antico Regime, nel 1789, il bianco e il rosso venivano concepiti come i colori della sovranità popolare e della libertà), in parte dalla Guardia Civica milanese (caratterizzata dalle divise verdi) e poi ancora dallo stemma della stessa città di Milano (in cui c’erano sia il rosso che il bianco).
In breve tempo la bandiera tricolore divenne il simbolo del sentimento nazionale degli italiani e, nonostante la feroce repressione del periodo della Restaurazione, per la popolazione continuò a rappresentare l’aspirazione alla costituzione di uno Stato unitario nel corso delle rivolte che caratterizzarono i primi decenni del XIX secolo e che portarono, nel 1861, alla proclamazione del Regno d’Italia.