SUICIDIO ASSISTITO – Un rapporto pubblicato oggi dalla Commission on Assisted Dying suggerisce un cambiamento del sistema che nel Regno Unito regolamenta l’assistenza fornita dal personale medico ai pazienti in fase terminale che desiderano interrompere volontariamente le proprie funzioni vitali. La legge britannica che attualmente impedisce ai medici di prestare aiuto e fornire medicinali ai malati che ne fanno richiesta per accelerare il processo del proprio decesso, dovrebbe essere rivista. A chiederlo è la Commission on Assisted Dying, un gruppo di lavoro e di ricerca istituito circa un anno fa con il compito di svolgere indagini in merito alla questione.
Secondo la commissione, tutti gli individui adulti con un’aspettativa di vita inferiore ad un anno dovrebbero avere la possibilità di richiedere al personale medico la prescrizione di farmaci atti ad agevolare il corso della propria morte. Alcune precauzioni dovrebbero essere tuttavia previste per favorire la protezione di quei malati i quali non sono in possesso delle giusta lucidità per fare una scelta, di coloro che soffrono di depressione o dei pazienti che subiscono pressioni esterne da parte di familiari o conoscenti.
Ogni malato, se si rispettassero le linee proposte dalla Commission of Assisted Dying, sarebbe in grado di assumere autonomamente i medicinali e dimostrerebbe così chiaramente la volontarietà della propria azione la quale verrebbe supportata dal medico sono tramite la prescrizione.
Numerose le proteste che il rapporto ha suscitato, soprattutto tra le fila di Care not Killing, un’associazione pro-life contraria all’eutanasia e ad ogni pratica che prevede il decesso pregresso dell’individuo, a detta della quale un mutamento della legge equivarrebbe ad esercitare pressione sui malati psicologicamente vulnerabili.
Proprio lo scorso mese Geraldine McClelland, sessantunenne produttrice televisiva malata di cancro che decise di raggiungere la Svizzera per soddisfare la propria volontà di morire, fece pubblicare una lettera con la quale condannava la viltà dei politici che hanno impedito, a lei come a molti altri, di poter passare le ultime ore della propria vita vicino ai propri cari e ai propri luoghi.
Nicoletta Mandolini
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