Golfo Persico: marina americana salva 13 marinai iraniani. Corsa alle armi dei Paesi arabi

La portaerei americana Uss John C. Stennis

 

 

GOLFO PERSICO – Per ironia della sorte tredici marinai iraniani, in ostaggio dei pirati somali da oltre un mese, sono stati liberati dalla portaerei americana Uss John C. Stennis, la stessa portaerei che il governo di Teheran ha minacciato qualche giorno fa affinchè si tenesse lontano dallo Stretto di Hormuz. Ma Washington ha respinto il monito iraniano e nella giornata di ieri ha fatto sapere di aver salvato 13 marinai della nazione ‘nemica’ grazie ad un’unità aerea decollata dal cacciatorpediniere Uss Kidd di scorta alla portaerei. Sull’operazione non sono stati forniti dettagli, ma il Pentagono ha reso noto di aver catturato una quindicina di pirati somali e che i marinai iraniani hanno fatto ritono in patria, quasi come segno di distensione verso Teheran. Ma le Guardie Rivoluzionarie, in tutta risposta, hanno fatto sapere che nelle prossime settimane saranno effettuati nuovi test missilistici ed esercitazioni navali nel Golfo Persico della durata di un mese, mentre l’equipaggio del peschereccio strappato dalle grinfie dei pirati ha mostrato gratitudine nei confronti della marina americana dichiarando che “senza il suo aiuto probabilmente sarebbero rimasti per mesi”.

Intanto il presidente Usa Barack Obama ha firmato nuove sanzioni ai danni della Banca Centrale di Teheran, mentre l’Ue sancirà nuove sanzioni contro l’esportazione del greggio iraniano. L’Iran ha risposto che non permetterà alle forze straniere di indebolire i propri interessi nazionali e, nel frattempo, gli altri Paesi arabi si tutelano con contratti miliardari con gli Usa per rafforzare il proprio potenziale militare: 30 miliardi di dollari dall’Arabia Saudita per l’acquisto di 83 cacciabombardieri F-15 e 178 nuovi elicotteri; 3,5 miliardi dagli Emirati Arabi Uniti per due unità del sistema antimissilistico Thaad. E la tensione in Golfo Persico resta a livelli altissimi.

 

Luigi Ciamburro