Guerra civile in Siria: attacco kamikaze nel centro di Damasco. 6000 morti in dieci mesi

Damasco, il luogo dell'attacco kamikaze

 

 

GUERRA CIVILE IN SIRIA – A due settimane dall’attentato dinamitardo messo a segno nel centro di Damasco, un altro attentato suicidia sconvolge la vita della capitale siriana uccidendo 26 persone e ferendone 60. E ancora una volta governo e opposizione si rimbalzano la responsabilità: secondo il regime di Bashar al Assad il kamikaze che si è lasciato esplodere nel quartiere sunnita di al-Maidan sarebbe un terrorista, secondo i manifestanti e molti analisti si tratterebbe della ‘strategia della tensione’ messa in piedi dallo stesso governo. La tv di Stato, nel mostrare le terrificanti scene con brandelli di corpi sparsi ovunque, ha commentato: “Non sappiamo chi è morto ma siamo sicuri che chi ha commesso questo attentato sono i cosiddetti manifestanti per la libertà”. Ma nel venerdì di preghiera islamica e proteste anti-regime gli attivisti denunciano la morte di almeno 32 civili e tre soldati disertori, andando ad alimentare il tragico bilancio degli ultimi dieci mesi di guerra civile che, secondo fonti Onu, si attesterebbe intorno alle 6 mila vittime.

Dopo il secondo attacco kamikaze il ministro dell’Interno siriano ha lasciato intendere che la repressione continuerà ancor più cruenta di prima, mentre il segretario della Lega Araba Nabil al Arabi ha chiesto al leader di Hamas in esilio a Damasco, Khaled Meshaal, di intercedere presso il dittatore Assad per far cessare le violenze. La notizia dell’attentato giunge alla vigilia della consegna al Cairo del rapporto preliminare della missione degli osservatori arabi, sul territorio siriano dallo scorso 22 dicembre, missione che sembra avviarsi sulla strada del fallimento dal momento che con il loro arrivo le violenze non sono cessate. A giorni gli osservatori della Lega Araba passeranno da 100 a 150, ma inizia a farsi largo la possibilità che intervenga l’Onu. Il ministro degli esteri francese Alain Juppè ha dichiarato: “Noi sosteniamo la Lega Araba che ha mandato gli osservatori in Siria, ma questa missione al momento non è in grado di svolgere il suo lavoro in modo appropriato”. Secondo il ministro degli Esteri italiano, invece, “l’azione della Lega Araba è di fondamentale importanza: il fatto che ci siano osservatori internazionali che possono dissuadere il regime dal continuare ad usare la violenza e la repressione – ha concluso Giulio Terzi – è un altro elemento portante dell’azione della comunità internazionale”.

 

Luigi Ciamburro

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