
MONACO TIBETANO – Per l’ennesima volta un monaco tibetano si è dato fuoco in Cina per protestare contro la repressione del regime. Si tratta del quindicesimo caso dallo scorso marzo. Il monaco sucida, 40 anni, di nome Nyage Sonamdrugyu e conosciuto come Sopa, era molto venerato e apparteneva al monastero di Nyanmo, nella prefettura autonoma tibetana di Golog nella provincia cinese nord occidentale di Qinghai, ai confini con la regione autonoma del Tibet. L’uomo di è dato fuoco ieri mattina nella città di Gyumai, sempre nella provincia di Qinghai.
Il monaco gestiva un orfanotrofio a Darlang ed era ritenuto un Rinpoche, un buddha vivente. Dopo essersi dato fuoco, è morto in ospedale. La salma è stata restituita alla famiglia per i funerali, dopo la protesta della folla contro la polizia cinese che ne deteneva il corpo. Nyage Sonamdrugyu è il monaco più importante che fino ad ora si è immolato. E’ il terzo caso di autoimmolazione di tibetani dall’inizio del 2012, dopo che un altro monaco e un laico, si sono dati fuoco nella prefettura di Ngaba (Aba per i cinesi), nella provincia del Sichuan, pochi giorni fa; il monaco si trova ricoverato in ospedale, mentre il laico è morto.
Redazione
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