PROCESSO SARAH SCAZZI – Alle 9 di stamane prende il via il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana uccisa il 26 agosto 2010 e ritrovata circa due mesi dopo in un pozzo in contrada Mosca, grazie alle rivelazioni dello zio Michele Misseri. Secondo i pm ad uccidere la fanciulla sono state sua cugina Sabrina Misseri e sua zia Cosima Serrano, tant’è che zio Michele non compare nella lista dei 127 testimoni chiamati a testimoniare e viene accusato soltanto di occultamento di cadavere. Dal processo resterà fuori il fioraio Giovanni Buccolieri, indagato per false informazioni ai pm e la sua posizione è in attesa del giudizio di primo grado. Il commerciante aveva inizialmente affermato di aver visto Cosima Serrano intimare a Sarah di salire in auto dove c’era anche Sabrina, ma dopo due giorni si rimangiò tutto affermando si trattasse di un sogno. Nell’aula del Tribunale di Taranto ci saranno trenta giornalisti accreditati, mentre settanta posti sono riservati al pubblico fra cui siederanno i genitori della piccola Sarah, Giacomo Scazzi e Concetta Serrano, e il fratello Claudio.
I difensori delle due donne si mostrano fiduciosi in vista del processo. “Ci affidiamo al senso di equilibrio che sicuramente avrà la Corte di Assise nel giudicare questa tristissima vicenda – ha dichiarato Franco De Jaco, legale di Cosima – consapevole che, oltre alla drammatica fine della piccola Sarah, è in gioco la vita di altre due persone che si affermano innocenti e che, per questa difesa, hanno piena legittimità di dirsi tali”. Ad autoaccusarsi insistentemente del delitto è Michele Misseri che dopo varie ammissioni e ritrattazioni viene ritenuto poco credibile dai pm. Qualche giorno fa ha ripetuto la solita ‘cantilena’ e minacciato di uccidersi qualora venissero condannate sua moglie e sua figlia: “Se Sabrina e Cosima non escono di prigione io la faccio finita, mi butto in un pozzo, poi vediamo se riescono a trovarmi. Nessuno mi vuole credere – ha affermato zio Michele -. Però l’ho detto cosa farò: io quando parlo di Sarah e dico che mi faccio giustizia da solo, dico che la faccio finita. Poi voglio vedere se riescono a trovarmi”. Stamane in aula Michele cercherà di incrociare gli sguardi dei suoi familiari, “ma so che loro non mi guarderanno. Saranno piene di odio. Perchè loro mi odiano per quello che ho fatto”.
Luigi Ciamburro
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