
DANIMARCA: PRIMI 100 GIORNI PREMIER THORNING-SCHMIDT – Cento (e uno, per la precisione) giorni fa, la socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt veniva eletta premier in Danimarca. La prima donna ad arrivare così in alto, riportando la sinistra al governo dopo dieci anni di purgatorio. Una vittoria che i sondaggi non avevano mai messo in discussione, e difatti il risultato era stato netto (anche se poi, ad analizzare caso per caso, qualche interessante elemento politico era comunque venuto a galla). Cento giorni, dunque: la classica luna di miele tra eletto ed elettori? Tutt’altro.
In questi tre mesi e poco più, ricorda il quotidiano Politiken, la Thorning-Schmidt ha visto tornare indietro come un boomerang tante promesse fatte in campagna elettorale e poi non mantenute, prima fra tutti quella sul pacchetto di salvataggio per il mercato immobiliare. I danesi si aspettavano di più, soprattutto dopo la palude politica dei mesi che avevano preceduto le elezioni, segnati dall’attesa delle urne e poco altro.
Rispetto al 2001, quando a diventare premier era stato il conservatore Anders Fogh Rasmussen, per la Thorning-Schmidt i cento giorni post voto hanno un sapore molto diverso. Dieci e passa anni fa Rasmussen si vantò di aver completato in un battibaleno il suo programma di governo. Stavolta, la socialdemocratica che guida la Danimarca non può dire lo stesso. “E’ stato sicuramente più semplice assumere la guida del paese nel 2001” ha spiegato Thorning-Schmidt, “rispetto a quanto accaduto a noi nel 2011”. Tesi inattaccabile, senza dubbio, ma probabilmente le spiegazioni non possono fermarsi qui. E i commentatori politici, infatti, scavano più a fondo. Troels Mylenberg afferma che il governo ha dimostrato grande difficoltà nel riuscire a ‘portarsi dietro’ il popolo danese. Kristian Madsen punta il dito sulle promesse non mantenute, sottolineando che per molti danesi il governo oggi in carica non è quello che speravano di avere quando lo hanno votato.
Cento giorni difficili, in sostanza. Anche se forse qualcosa sta cambiando. Il punto di svolta, per dirla con Troels Mylenberg, si è visto proprio in questi ultimi giorni, durante i quali Helle Thorning-Schmidt ha cominciato ad accettare le critiche. Ammettere che c’è un problema è il primo passo per risolvere un problema, si dice spesso: forse sarà così anche per il premier. Da lei, i danesi si aspettavano e continuano ad aspettarsi moltissimo.
Antonio Scafati
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