
NORVEGIA: TV2 ALLA DANIMARCA – Non si spegne l’eco di polemiche intorno alla vendita del canale norvegese Tv2, finito interamente nelle mani dell’azienda danese Egmont. Una vendita che se in apparenza non ha nulla di strano – Egmont è stata cofondatrice di Tv2 e ha semplicemente rilevato il 50% delle azioni dalla A-Pressen, ormai ex coproprietaria – in realtà sembra nascondere ruggini dal sapore politico. Qualcosa era emerso già nelle prime ore: il premier Stoltenberg e il ministro dell’Industria Giske non hanno mai avuto identità di vedute sull’operazione. Ma sembrerebbe proprio che tra i due ci sia stata una piccola guerra i cui strascichi continuano a far parlare.
Sin dal momento stesso in cui la vendita di Tv2 è stata ufficializzata, Giske ha detto di non condividerla, sottolineando che a suo parere A-Pressen avrebbe dovuto impegnarsi a trovare un acquirente norvegese. Non solo: il ministro ha aggiunto che molto a lungo era stato tenuto all’oscuro delle trattative. Un dissenso, il suo, che ha accompagnato e avvelenato gli ultimi passaggi dell’acquisizione. Giske ha parlato pubblicamente di “svendita dei gioielli di famiglia”, ha spiegato di non avere l’autorità per bloccare tutto, ha ricordato che uno degli obiettivi del governo di centro-sinistra al quale appartiene è difendere la proprietà nazionale delle aziende norvegesi. Un attacco preciso, che il premier Stoltenberg non ha potuto ignorare. Già prima che Tv2 passasse ai danesi di Egmont, il primo ministro aveva annunciato che il governo non si sarebbe opposto alla vendita; confermando questa posizione aveva così rimproverato il ministro Giske per il gran baccano sollevato: indirettamente ma chiaramente.
Ma c’è anche qualche altro retroscena che contribuisce a rendere più complicata questa vicenda. A circa 48 ore dal passaggio di Tv2 a Egmont, anche i sindacati si sarebbero mossi in favore della vendita e contro il ministro Giske. Lo scrive il quotidiano Dagens Næringsliv secondo il quale il capo del sindacato norvegese, Roar Flåthen, avrebbe telefonato direttamente a Stoltenberg per chiedere al premier di fermare Giske e dire una volta per tutte che il governo non si sarebbe mosso per impedire il passaggio di Tv2 ai danesi. Il premier avrebbe allora parlato al ministro, senza però convincerlo a rivedere le sue posizioni: anzi, è dopo questo episodio che sono arrivati gli attacchi più duri sia al governo che al sindacato, arrivando a dichiarare appunto che con la vendita di Tv2la Norvegiastava “svendendo i gioielli di famiglia”.
Antonio Scafati