La Danimarca abbandona la dipendenza dai combustibili fossili e va sull’energia verde

Le pale di Energia Eolica

LA DANIMARCA E L’ENERGIA VERDE – La Danimarca ha fissato da tempo l’ambizioso obiettivo di lasciarsi alle spalle la dipendenza dai combustibili fossili entro il 2050. Già il precedente governo di centro-destra aveva gettato le basi per un futuro ‘verde’. Per farlo la strada da percorrere è ovviamente quella delle energie rinnovabili, soprattutto il vento che oggi assicura al piccolo paese scandinavo già il 20% del fabbisogno energetico. Dall’eolico entro qualche decennio dovrebbero arrivare 18 mila megawatt. Se non ci saranno cambiamenti in corso, nel suo percorso verso l’indipendenza dai combustibili fossili, la Danimarcaconta di tagliare il primo importante traguardo nel 2020, quando le emissioni di gas serra saranno ridotte del 35% rispetto ai livelli del 1990.

Il fatto è che i risultati si vedranno alla lunga: nel breve periodo il rischio è che le imprese non siano incentivate a investire sull’energia verde. A farne le spese potrebbero essere i posti di lavoro. Del resto, anche il settore delle energie rinnovabili è sotto il tiro della crisi economica. È notizia proprio di questi giorni che l’azienda Vestas (la più grande compagnia di energia eolica del mondo) ha deciso di licenziare 1300 dipendenti in Danimarca e altro1000 intutto il mondo: colpa del mercato stagnante delle turbine eoliche soprattutto negli Stati Uniti. Il taglio al persone è l’unico modo, ha detto l’amministratore delegato Ditlev Engel, per salvare l’azienda considerato un futuro che si preannuncia di bassa crescita e grande concorrenza. L’anno scorso Vestas aveva tagliato già 3000 unità. E se un gigante dell’energia eolica si ritrova in questa situazione, allora l’allarme è davvero da prendere sul serio.

Per evitare reazioni a catena di questo tipo, il governo ha varato già da qualche settimana un piano che punta a fornire risposte alla crisi economica e a quella climatica allo stesso tempo. Soprattutto nei primi periodi – quando il passaggio alle energie rinnovabili rappresenta più una spesa che una risorsa – lo scopo è disincentivare le aziende a ridurre manodopera o a migrare in paesi dove la forza lavoro costa meno. Per questo sono stati stanziati 250 milioni di corone all’anno da qui al 2014. La cifra potrebbe poi essere addirittura raddoppiata. Il governo spera di non dover fronteggiare conseguenze devastanti sul numero di occupati nelle imprese danesi: se però gli effetti sull’occupazione dovessero essere particolarmente negativi, allora il governo rivedrà i suoi obiettivi.

 

Antonio Scafati