DECLASSAMENTO EUROPA – E’ arrivato come un fulmine a ciel sereno il giudizio di ieri sera di Standard and Poor’s che ha tagliato il rating di diversi Paesi dell’Eurozona: le più colpite sono la Francia, che è passata da AAA ad AA+, e l’Italia, che da A è passata da BBB+. Il giudizio di S&P sul debito pubblico italiano è allo stesso livello di Paesi come Colombia e Perù. Anche l’Austria perde la tripla A, passando ad AA+. La Spagna è declassata di due gradini da AA- ad A. Declassati anche il Portogallo, che passa da BBB- a BB, la Slovacchia la Slovenia, Malta e Cipro. Nell’Eurozona mantengono la tripla A solo Germania, Finlandia, Lussemburgo e Olanda. L’outlook (cioè la prospettiva per il futuro) rimane negativo per 14 paesi su 15 (si salva solo la Germania). Un durissimo colpo all’Euro che ha mandato in fibrillazione e profondamente irritato Bruxelles. “Una decisione aberrante”, l’ha definita il Commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn.
Forte è la delusione e la preoccupazione nel governo italiano, proprio nel giorno in cui l’asta dei Btp a tre anni aveva avuto un discreto successo, portando il rendimento del titolo sotto il 5%. Anche lo spread tra i Btp e Bund a dieci anni aveva segnato un buon risultato, scendendo fin sotto i 470 punti. Senza contare gli sforzi dell’esecutivo per risanare il debito e rilanciare il Paese, con i pesanti sacrifici imposti agli italiani, dall’ultima di una serie di manovre economiche che si sono succedute nel 2011, e ora con un nuovo decreto che dovrebbe sbloccare l’economia e stimolare la crescita, ma che sicuramente non sarà indolore. Ora, con quest’ultimo verdetto di Standard and Poor’s, sforzi e sacrifici rischiano di cadere nel vuoto.
La notizia del taglio del rating dell’Italia è arrivata al governo nel pomeriggio, mentre erano in corso le consultazioni con i partiti sul decreto per le liberalizzazioni. La Borse, che fino a quel momento erano positive, sono affondate e lo spread Btp-Bund è tornato a salire. Palazzo Chigi, tuttavia, dà un’interpretazione di ampio respiro del taglio del rating operato da S&P, che non riguarda solo il nostro Paese: “E’ evidente che non è stata declassata l’Italia, ma l’intera Europa“, ha commentato una fonte del governo. “La nostra asta di questa mattina è andata bene, lo spread era calato – ha aggiunto la fonte -. Segno che la sfiducia non riguarda il nostro Paese in quanto tale, ma l’intera Eurozona“, pertanto, “è la conferma della linea che Monti fin dall’inizio sta perseguendo: solo una risposta europea può raffreddare la speculazione, e le richieste italiane sono oggi ancora più giuste e pressanti”.
La cancelliera tedesca Angela Merkel dovrà dunque rivedere la sua politica di austerità e rigore, impegnandosi di più per la crescita. “Non si può più aspettare, il fondo salva-Stati deve diventare operativo al più presto“, ha detto un membro del governo. Ma è proprio il fondo salva Stati che è a rischio con la retrocessione di un Paese importante come la Francia: il fondo è infatti garantito dai Paesi con la tripla A. La Germania è l’unico grande Paese europeo che è riuscito a mantenere la tripla A, quindi tutte le responsabilità sulle azioni da intraprendere per contrastare gli attacchi all’Euro ricadono sul Paese di Angela Merkel. “Noi stiamo portando avanti le nostre riforme, dopo aver fatto la nostra parte per il risanamento”, ha detto la fonte governativa, “ora serve una risposta europea sia contro la speculazione sia a favore della crescita, perché solo così le misure dei singoli Paesi possono essere efficaci”.
Gli occhi sono ora puntati sulla Banca centrale europea, che, con la prossima approvazione del “fiscal compact”, il nuovo patto di bilancio europeo, potrebbe finalmente intervenire per salvare i Paesi in difficoltà e l’intera Eurozona.
Gli incontri istituzionali europei dei prossimi giorni saranno pertanto cruciali per il futuro dell’Europa: il 20 gennaio si terrà a Roma il trilaterale Monti, Merkel e Sarkozy, mentre il 23 gennaio sarà la volta dell’Eurgruppo (la riunione dei Ministri delle Finanze e dell’Economia dell’Eurozona) e il 30 gennaio si riunirà il Consiglio europeo.
Valeria Bellagamba
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