
GUERRA IN SIRIA – In Siria repressione del regime e proteste non si fermano neppure dinanzi agli osservatori della Lega Araba e ciò che sembra una guerra civile nazionale rischia di ‘contagiare’ anche i Paesi adiacenti. Da un mese a questa parte il numero delle vittime è lievemente diminuito, ma la situazione è ancora lontanissima dalla normalità e, dopo il vertice arabo della settimana prossima, potrebbero essere prese ulteriori provvedimenti nei confronti del regime di Bashar al-Assad che non ha rispettato gli accordi presi con la Lega Araba.
Ieri in Siria è stato un altro venerdì di preghiera e di protesta, con molti movimenti di opposizione scesi in strada per manifestare il proprio sostegno al Libero esercito siriano costituito da soldati disertori (circa 40 mila in meno di un anno) e che operano in collaborazione con il Consiglio nazionale siriano, il principale movimento di opposizione politica al regime di Damasco. In una nota congiunta si legge che “è stato raggiunto un accordo per dare vita a uno stretto coordinamento in modo da rendere un servizio migliore agli eroi della rivoluzione siriana” ed è stato creato “un ufficio di collegamento tra il Cns e i soldati disertori per aggiornare il programma politico del gruppo e dare sostegno alle persone sul campo, diffondendo anche comunicati e notizie”.
Intanto resta ancora un mistero la notizia di un convoglio di cinque camion carichi di armi provenienti dall’Iran e destinati alla Siria. I cinque furgoni sono stati fermati nei giorni scorsi in Turchia ed erano destinati agli uomini di al Assad per facilitare la repressione della rivolta. Ma i diretti interessati smentiscono.
L.C.
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