IN IRLANDA SI DISCUTE DI ABORTO – Il governo irlandese ha deciso di istituire una commissione di esperti che avrà il compito di discutere in materia di aborto e presentare il proprio progetto al fine di migliorare la legislazione vigente in sede di Commissione Europea per i Diritti Umani.
A causa dell’obsoleta normativa che in Irlanda regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza, normativa per la quale l’aborto è legalmente consentito solo nel caso in cui la donna incinta si trovi in pericolo di vita, nel dicembre 2010 proprio la Commissione Europea per i Diritti Umani aveva vinto una causa intrapresa contro lo stato irlandese sulla questione.
Successivamente alla denuncia di tre donne, per motivi di privacy denominate A B e C, costrette a praticare un’interruzione di gravidanza nel Regno Unito in condizioni di precarietà, la corte aveva giudicato il caso come una violazione dei diritti umani. Quanto emerso nel 2010 ha dimostrato che, non solo in Irlanda non viene preso in considerazione il principio di autodeterminazione, in base al quale la donna dovrebbe essere libera di effettuare scelte che riguardano l’evoluzione della propria persona e della propria fisicità, ma anche la possibilità di un aborto effettuato per motivi di salute è a volte compromessa a causa della mancanza di linee guida specifiche che interessa l’attuale normativa.
La commissione, formata da 14 membri tra cui sono presenti ostetriche, medici, avvocati, psicologi e semplici cittadini, è stata voluta dal ministro alla salute James Reilly. Nel corso dei prossimi sei mesi verranno presentate al governo le proposte che il gruppo di esperti riterrà opportuno portare in sede europea.
I gruppi pro-choice che in Irlanda si battono da anni per ottenere la legalizzazione effettiva dell’aborto e per difendere il diritto della donna a prendere decisioni autonome e libere in relazione a ciò che avviene all’interno del proprio corpo, hanno accolto con favore la notizia e ritengono che, a questo punto, il governo non abbia altra scelta che quella di modificare l’attuale legislazione. Dall’altro lato, gli antiabortisti premono perché la questione venga affrontata con l’istituzione di un apposito referendum.
Nicoletta Mandolini