
MISURE COSTA CONCORDIA – Dopo la notizia del ritrovamento di stanotte della sesta vittima, delle polemiche sull’impreparazione del personale di bordo, del non immediato ‘mayday’ da parte del capitano Francesco Schettino e la paura che le oltre 2400 tonnellate di carburante possano riversarsi in mare, è doveroso entrare nel dettaglio riguardo le caratteristiche tecniche della Costa Concordia e di tutte le imbarcazioni italiane affondate nell’ultimo mezzo secolo. Nello specifico la Concordia è la più grande fra le imbarcazioni della flotta, le sue misure sono state comunicate in questi giorni lasciando le persone che non hanno avuto la fortuna di fare un viaggio a bordo di questo colosso a bocca aperta dati i suoi 290 metri di lunghezza, i 52 metri di altezza per un totale di 112 mila tonnellate di peso e la possibilità di ospitare circa 3.700 passeggeri nelle 1500 cabine a disposizione.
In passato però ci sono state altre due tragedie, che purtroppo sono salite alla ribalta della cronaca e cioè il naufragio della Moby Prince (1991) e quello della Andrea Doria (1956). In particolare quest’ultima, varata nel 1951, era all’epoca l’orgoglio italiano in quanto era la nave da passeggeri più grande e veloce del Paese con i suoi 213,5 m di lunghezza, una stazza netta di 15.788 tonnellate e una sezione massima di 27,5 m. Il suo naufragio fu dovuto all’impatto con la nave svedese Stockholm in prossimità della costa americana il 25 luglio del 1956, poco dopo la partenza da Nantucket e in viaggio per New York. Tuttavia l’affondo avvenne solo 11 ore dopo dalla posa su un fianco. In quella che può essere considerata la più grande tragedia marittima della storia italiana morirono 46 passeggeri.
Stessa triste sorte toccò alla Moby Prince, traghetto operante tra il 1986 e il 1991 e a servizio della compagnia privata Nav.Ar.Ma. L’imbarcazione era lunga 131,5 metri e larga 20 e con una capacità di carico di 1500 passeggeri e 360 veicoli con un peso di 6187 tonnellate lorde. Anche in questo caso il naufragio fu stato dovuto all’impatto tra questi e la petroliera Agip Abruzzo la sera del 10 aprile 1991 al largo del Porto di Livorno. Un vero e proprio disastro, il più grande per la marina mercantile dell’Italia, che portò alla morte di tutte e 140 persone presenti sul traghetto, eccezion fatta per un solo sopravvissuto. Questo fu anche il maggior disastro ambientale nella storia dei mari italiani.
Luca Bagaglini
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