Tunisia: caos e scontri nelle università

Rivolta in Tunisia

TUNISIA CAOS E SCONTRI UNIVERSITÀ – La creazione di un clima di convivenza serena nella Tunisia del post Ben Ali continua ad incontrare ostacoli tutt’altro che abbordabili. I maggiori centri di scontro sono in questo periodo le facoltà universitarie, dove la convivenza tra studenti progressisti e integralisti è quanto mai difficoltosa, in particolare in un periodo storico nel quale vengono a mancare certezze, regole e punti di riferimento.

Da quasi due mesi, presso la ‘Faculté des Lettres, des Arts et des Humanités de La Manouba’ a Tunisi i corsi sono fermi; la scintilla è stata il rifiuto, espresso da parte di alcuni professori, di far svolgere le interrogazioni alle studentesse indossando il niqāb, che copre integralmente le donne, o in alternativa lascia scoperti solo gli occhi. Il divieto ha scatenato le ire dei salafiti, per i quali il corpo della donna va assolutamente nascosto e ‘difeso’ dal mondo esteriore, sorvegliato dal padre o dal marito e protetto da ogni potenziale minaccia.

In quell’occasione, gli estremisti hanno bloccato gli accessi all’università e improvvisato un sit-in nei locali che ospitano gli uffici del preside di facoltà, Habib Kazdaghli. A tutt’oggi la situazione è ben lontana dalla risoluzione, con i manifestanti che, oltre alle rivendicazioni sul diritto delle studentesse a nascondere il proprio viso, chiedono l’individuazione di un luogo di preghiera interno alla facoltà e la riorganizzazione delle aule procedendo alla separazione tra studenti e studentesse.

Nelle ultime ore le agitazioni hanno coinvolto anche altre città tunisine; in particolar modo la Facoltà di Lettere e Filosofia di Sousse, principale città del centro del Paese, è stata sconvolta da violente ostilità tra salafiti e modernisti. Nella situazione qui descritta stride particolarmente il silenzio del Nahda, il partito islamista di maggioranza, del quale fa parte il Premier Jebali e la maggioranza dei ministri. La reticenza a prendere una posizione chiara nei confronti degli integralisti sta suscitando forti dubbi sulla reale vocazione democratica dell’esecutivo tunisino.

Mirko Correggioli

Con direttanews.it sei sempre al centro delle notizie, clicca QUI e diventa fan