STORIA RATING ITALIANO – In coincidenza con l’esplosione della crisi economica che sta travolgendo molti Paesi occidentali, l’opinione pubblica internazionale si è trovata a dover apprendere un vocabolario che fino a non molto tempo fa era familiare solo agli addetti ai lavori e agli esperti di economia: giorno dopo giorno, parole come spread e downgrade sono diventate di uso comune. E poi ci sono loro, le temibili agenzie di rating, che con una sola parola, o meglio, con una sola valutazione, possono decidere il destino di una popolazione.
In questi giorni si è parlato in particolare di Standard & Poor’s, che ha messo in atto un declassamento a tappeto in Europa, coinvolgendo nove Paesi, Italia in primis. L’agenzia statunitense ha inferto un colpo durissimo a Roma, retrocedendola in serie B: il rating è stato tagliato dal livello A al livello BBB+. Una bella botta.
D’altra parte in tempi recenti il rapporto tra le agenzie di rating e il Bel Paese è stato piuttosto burrascoso: basti pensare che l’ultima promozione risale al 2002, quando Fitch ha deciso di passare la valutazione dell’Italia da AA- ad AA. Bei tempi.
Ma vediamo quali sono state le vicissitudini del nostro rating negli ultimi 15 anni. La prima fase di questo lasso di tempo inizia positivamente: nel 1998 Standard & Poor’s trasforma in stabili le prospettive, negative dal 1995, sulla valutazione AA italiana e nel 2002, oltre alla già citata promozione di Fitch, sale anche il giudizio di Moody’s (da Aa3 ad Aa2).
Da questo punto in poi, però, la situazione peggiora: nel 2004 S&P’s taglia il rating dell’Italia (in merito al quale già l’anno precedente le prospettive erano state nuovamente definite negative) da AA- e nel giro di due anni da tutte le tre maggiori agenzie le prospettive vengono ritenute negative. Nel 2006 un nuovo declassamento, quasi in contemporanea, arriva sia da Fitch che da Standard & Poor’s: la prima declassa l’Italia da AA ad AA-, l’altra da AA- ad A+. La situazione resta pressochè stabile fino allo scorso anno: dopo aver modificato le prospettive da staili a negative, S&P’s ha tagliato il rating italiano da A+ ad A.
Il declassamento dei giorni scorsi, dunque, appare come l’ultimo punto di una lunga parabola discendente. Non resta che aspettare per vedere se riusciremo ad invertirne la tendenza.
Tatiana Della Carità
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