Guerra in Siria: amministrazione Obama pensa di chiudere ambasciata a Damasco

 

SIRIA – La situazione in Siria è sempre più precaria e l’amministrazione Obama sta pensando di chiudere l’ambasciata a Damasco, sebbene la decisione definitiva non sia stata ancora presa. Il dipartimento di Stato americano ha dichiarato di essere preoccupato per i vari attentati con auto-bomba che stanno travolgendo il Paese e riguardo al personale dell’ambasciata, motivo per cui, si legge nella nota della Casa Bianca, “abbiamo chiesto al governo siriano di adottare ulteriori misure a protezione della nostra ambasciata e il governo siriano sta considerando la richiesta”. Lo scorso mese di ottobre Washington aveva richiamato in patria il suo ambasciatore Robert Ford per aver ricevuto serie minacce. Dopo un’assenza diplomatica di cinque anni gli Usa avevano inviato un nuovo ambasciatore nel gennaio 2011, ma Robert Ford sembra aver suscitato irritazione nel regime siriano, per i suoi continui contatti con le forze di opposizione. Lo scorso mese di luglio una folla di sostenitori di Bashar al Assad ha assaltato le ambasciate americana e francese, oltre all’abitazione dello stesso Ford che, poco tempo dopo, è stato bersagliato da un lancio di pietre e pomodori insieme alla sua scorta.

Intanto nella giornata di ieri sono stati registrati nuovi scontri e morti in diverse città, durante le incessanti dimostrazioni anti-regime: 13 le persone uccise dalle forze governative nell’ennesimo venerdì di proteste. La missione degli osservatori della Lega Araba sta miseramente fallendo e i paesi mediorientali non sembrano propensi a dichiarare default e respingono ogni ipotesi di intervento dell’Onu. Al momento il bilancio complessivo dei morti in un anno di guerra civile ammonterebbe a oltre 5 mila tra cittadini, soldati e disertori, mentre i detenuti politici sono oltre 60 mila.

 

Redazione